BERSANI A “PIAZZA PULITA”

la prima lezione che ci viene da questa preoccupante fase della politica, non solo italiana, è che il mondo oggi si attende che gli obbiettivi e la lealtà verso i medesimi abbiano la precedenza sull’adesione a un partito o a un movimento. L’ingenuità di tanti giovani e meno giovani di sinistra che si sono rivolti ai Cinque Stelle è stata quella di credere che fosse possibile un accordo di governo con chi aveva non soltanto valori ma anche obiettivi diversi o addirittura opposti. Il “contratto” come scambio di incoerenze, con sacrificio e vantaggio di entrambi i contraenti. Non funziona, come stanno cominciando ad accorgersi. Ma sugli obiettivi comuni invece, molti o pochi che siano, è invece democraticamente doveroso e necessario il compromesso anche se si hanno storie e opinioni diverse. Questo mi pare che oggi voglia dire Bersani ma molto prima di lui aveva detto Berlinguer. Non è dunque la provenienza ne’ la via da percorrere (la sciagurata “terza via” è un esempio) che giustifica l’alleanza, ma l’orizzonte concreto comune e quest’ultimo non può che essere quello, tutt’altro che vago, indicato e subito dimenticato settant’anni fa dai nostri padri costituenti.