BOLOGNA: SE PIPPO HA BISOGNO CHI CHIAMA?

DI ITALO CUCCIDopo Inter-Torino mi è scappato detto – e scritto – “Spalletti poteva almeno provare a cercare la vittoria con Nainggolan e la sua ben nota carica energica”. Facevo ricorso all’antico espediente critico, spesso gratuito, denunciando il mancato impiego di un giocatore di qualità (come quando Allegri rinuncia a Dybala). Nel caso specifico dicevo un’ovvia verità sfuggita al filosofante tecnico nerazzurro, tant’è che a Bologna l’ha messo in campo e Raja gli ha praticamente vinto la partita. Il problema del Bologna – semplice semplice – è che Inzaghi se piove non ha l’ombrello, nel momento topico del match non ha nessuno cui chiedere di cambiargli la partita, di supplire alle carenze di un gruppo che ci mette tanta buona volontà (almeno per venti minuti sparsi) e niente più; e una volta ferito è così perso e disperato che tenta addirittura l’odiosa tenuta palla quasi a voler difendere una sconfitta…minima che i buonisti definirebbero “onorevole”, da uscita “ a testa alta”. Mentre la verità è diversa, è il raddoppio di Candreva, è lo schiaffo di Perisic. Il tutto non addolora perché la terza sconfitta (mai così perdenti nella storia rossoblù) è firmata Inter, antica nemica che dell’inimicizia ha perso anche il ricordo; è l’impotenza che ferisce, è lo sguardo allucinato di Bigon in panchina, è il tenero agitarsi di Superpippo e dico tenero perché gli voglio bene e so che con il suo temperamento da combattente soffrirà più del riflessivo Donadoni che aveva imparato – annoiando, spesso, e deludendo – a metterci con l’esperienza una pezza. Il Bologna che nel cor mi sta prende tre gnocchi e frana e allora, rinunciando a pietose bugìe, dico ch’è meglio cosi: che se esiste una società, se esiste un padrone (uno ce n’era, in tribuna, Gazzoni, che per il rossoblù s’è messo al verde) se esiste un responsabile dopo lo 0-3 deve correre immediatamente ai ripari, visto che Sorella Spal e Frate Sassuolo – faccio un esempio – si son già messi a raccattare punti per evitare drammi primaverili. Non è poco, quel che manca al Bologna: un cervellone a metà campo, un esecutore là davanti; qualche ragazzo di valore c’è e ne avrei anche parlato, ma a che scopo? Per addolcire l’amarissima sconfitta? Eppoi, avete notato come alla seconda botta – dura risposta all’onorevole tentativo di Santander – è sparita anche la voglia di reagire, atteggiamento che uno potrebbe vendere come viltà se non sapesse – l’ho detto prima – ch’è solo impotenza. Mi dicono di lanciare un appello: a chi? A Saputo? Ma quando l’altro giorno è partito per il Canada cosa gli hanno detto? “Non si preoccupi, presidente, sine qua non, siamo qui noi?”. Ah, indimenticabile Dall’Ara…