CAMPIONATO CON GARBO. LA JUVENTUS SE NE VA, ROMA E MILAN FUORI DALLA CRISI

Ora è vera fuga. La Signora Omicidi saluta la compagnia battendo il Napoli e s’invola a più sei sulla seconda. Insomma, la festa appena cominciata è già finita, come cantava Sergio Endrigo. O forse, più semplicemente, non è mai cominciata. Sei punti di vantaggio dopo sette giornate sono una voragine. La Juventus appare, come ci si aspettava, di un altro pianeta. Il vero campionato sarà la lotta per i posti che portano in Champions League. La sfida col Napoli è esistita soltanto per i primi 20 minuti in cui la squadra di Ancelotti ha dettato i ritmi, ha segnato con un’azione fulminea di sarriana memoria, ha creato seri imbarazzi alla Signora. Poi è salito in cattedra Cristiano Ronaldo, che non ha segnato, ma si è messo a disposizione dei compagni: i tre gol che hanno ribaltato la partita sono passati tutti da lui, un fuoriclasse anche nell’umiltà di capire come rendersi utile alla causa. Il Napoli non esce assolutamente ridimensionato dal confronto, ma si è reso conto che la Juve ha troppe frecce al proprio arco: troppi giocatori decisivi, troppa forza fisica, troppa qualità, troppa esperienza, troppa personalità. Troppo di tutto insomma. I tifosi napoletani sono arrabbiati con l’arbitro Banti, reo, secondo loro, di aver diretto a senso unico. Gli errori ci sono stati, questo è vero, ma ridurre il risultato a una mancata espulsione di Bonucci o a quella di Mario Rui significa cercare alibi, anziché analizzare serenamente quanto è accaduto in campo. Hanno invece ragione i tifosi del Napoli ad essere imbufaliti per i soliti cori vergognosi piovuti dalla curva juventina, una cosa davvero insopportabile. E non è bello che Allegri, grande tecnico maestro di equilibrio, dichiari di non averli sentiti. A questi si sono aggiunti gli insulti ad Ancelotti, una delle migliori persone del mondo del calcio, che ha l’unica colpa di aver allenato per due anni la Juventus senza vincere uno scudetto. Andrea Agnelli è impegnato a cercare il successore dell’Amministratore Delegato Giuseppe Marotta, dopo il clamoroso divorzio annunciato in diretta televisiva. Ma il presidente sarebbe perfetto se insegnasse un po’ di educazione ai propri tifosi e ponesse fine alla vergogna dei 36 scudetti scolpiti allo Juventus Stadium, in spregio alle sentenze della giustizia sportiva che ha stabilito che i titoli sono invece 34. Dietro avanzano Inter e Fiorentina. I nerazzurri si liberano del Cagliari ottenendo, come al solito, il massimo risultato col minimo sforzo. Per il gioco bisognerà attendere ancora. Forse. La viola doma l’Atalanta con un rigore inventato da Valeri e la complicità del Var Doveri, che non lo corregge. Il tuffo di Chiesa meritava un’ammonizione per simulazione e la decisione del fischietto romano sa molto di compensazione dopo le proteste dei toscani per il rigore (quello del famoso polpastrello) concesso all’Inter nella sfida di San Siro. Se fosse così, sarebbe ancora peggio. Ci auguriamo che Rizzoli intervenga pesantemente perché nell’epoca del Var non è più tollerabile veder assegnati dei calci di rigori come quello del Franchi. Si riprende la Roma, vincendo il derby con la Lazio e scacciando forse definitivamente la crisi. A far la differenza è la maggior fame dei giallorossi rispetto ai cugini, scesi in campo molli e spensierati come se andassero a una scampagnata fuori porta. Torna finalmente al successo anche il Milan, che dilaga a Reggio Emilia contro il Sassuolo salvando la panchina di Gattuso e allontanando il fantasma di Antonio Conte. E lo fa nella giornata più difficile, visto che mancava Higuain e i rossoneri sono scesi in campo senza una punta di ruolo. Una reazione da squadra vera insomma, in difesa del proprio allenatore. Ora può davvero cominciare il campionato del Milan, che punta a conquistare un posto in Champions League. In zona Europa si affaccia anche il Genoa, che mette in vetrina lo sconosciuto centravanti polacco Piatek, autore di 8 in 6 partite, roba da Cristiano Ronaldo. Preziosi piazza insomma un altro colpo di mercato che non tarderà a monetizzare. In zona retrocessione, due verdetti sembrano già emessi: Chievo, ancora sotto zero per via dei tre punti di penalizzazione, e Frosinone, davvero troppo debole, appaiono vittime designate. Sopra, dai 5 punti dell’Empoli ai 10 del Parma può succedere di tutto.