CONFESSO: DETESTO TRUMP

CONFESSO: DETESTO TRUMP

A scanso di equivoci e a spiegazione di qualche cancellazione senza preavviso, una precisazione. Detesto i liberal e i liberisti, in particolare americani, dunque il Partito democratico, non a caso ispirazione e modello di quello creato in Italia da Veltroni e perfezionato da Renzi. Non sopporto la loro sdolcinata e falsa retorica della pace e dell’inclusione, il loro multiculturalismo da supermercato e l’arroganza della correttezza politica. Considero la globalizzazione il male maggiore e dunque Bill Clinton un traditore, come Blair, Occhetto e D’Alema, e Obama un vincente, intelligente ma irrimediabilmente infatuato della meritocrazia e del libero mercato. Però Trump non lo detesto soltanto, Trump mi fa schifo, e non importa che a volte concordo con le sue posizioni (che peraltro non mette mai in pratica: l’unica reale cosa che gli interessa e che fa con coerenza è arricchire Wall Street a spese dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori). Mi farebbe schifo anche se fosse comunista. Perché è un miliardario figlio di papà, bullo, bugiardo ed egomaniaco per via dell’impunità e dei privilegi datigli dai troppi soldi, oltre che del tutto disinteressato agli altri, alla cultura, all’ambiente e alla società. Chi mi legge sa che sono appassionato di politica; ma prima della politica metto la morale, intesa come l’insieme di norme, tradizioni e consuetudini grazie alle quali un popolo conserva un livello sufficiente di dignità e decenza e si confronta con il passato, con le sue tradizioni, con i suoi limiti, resistendo al delirio di onnipotenza e onniscienza che è tipico dell’infanzia e di coloro che, incapaci di maturare e consapevoli solo delle loro pulsioni immediate, rottamano tutto il resto senza preoccuparsi delle conseguenze. Il trumpismo, come il renzismo, è in questo senso la piena realizzazione dell’attualismo liberista; e infatti piacciono alla borsa e agli speculatori.