DOPO TRE GIORNI DI INTERVENTI, SI CHIUDE OGGI CON RENZI LA LEOPOLDA 9, LANCIA I COMITATI CIVICI (MA NON LA CANDIDATURA DI MINNITI)
Anche quest’anno, con pochi big di partito, e tutti di area renziana, si è riproposto l’appuntamento fiorentino della Leopolda, luogo di raduno e discussione della componente vicina all’ex premier Mattero Renzi (ma non chiamatela corrente). Quest’anno il tema scelto è “Ritorno al futuro”, con tanto di Delorean modificata a macchina del tempo sul palco; e qui il messaggio è un mix fra politico e di marketing della nostalgia, in fondo la saga che vide protagonista MJ Fox rimane ancora oggi una delle più floride dal punto di vista del merchandising. Di certo il fatto che quella serie sia una sorta di riferimento d’infanzia per tutta una generazione che va dai 30 ai 40-45 anni, da una idea precisa dell’audience di riferimento di questa Leopolda. La prima giornata è principalmente dedicata ai temi economici con Matteo Renzi che “duetta” con Marco Fortis che snocciola i dati del precedente governo e con Padoan, con cui viene lanciata la contromanovra. Il sabato è stato il giorno delle interviste, in cui un Matteo Renzi in versione “Che tempo che fa”, da dietro la scrivania tipica del conduttore, incontra nell’ordine: Roberto Burioni, notoriamente impegnato nel contrasto alle teorie novax; Paolo Bonilis; Federica Angeli, giornalista impegnata nelle inchieste antimafia nel territorio di Ostia che, a seguito delle pesanti minacce subite, è stata sottoposta a protezione; Roberto Cingolini, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e Rula Jebreal, nota giornalista, di origine palestinese, naturalizzata italiana, che ha parlato delle proprie esperienze in ambito di integrazione. L’ultima mattinata è stata dedicata ai racconti dei militanti e delle esperienze degli amministratori locali, alternati ad ex dirigenti di realtà come Ferrovie, Equitalia o Finmeccanica. Naturalmente, atto conclusivo della Leopolda è stato il discorso di Matteo Renzi: l’ex segretario ha da prima rivendicato la scelta di non allearsi con il Movimento 5 Stelle dopo le elezioni, ed ha anzi attaccato fortemente le scelte dei pentastellati, tanto nel condono fiscale appena approvato in Consiglio dei Ministri, quanto per il condono che Di Maio vorrebbe fortemente ad Ischia. Non sono mancati attacchi nemmeno per il reddito di cittadinanza che, secondo Renzi, con i fondi messi a disposizione, calcolatrici alla mano, è circa un decimo di quanto promesso in campagna elettorale. Altro attacco per il neopresidente della RAI, Foa, accusato di essere un bugiardo a seguito della dichiarazione di questi circa il fatto che il gruppo parlamentare PD in Europa sarebbe pagato da Soros. Renzi conclude lanciando i “comitati civici”, strumento che, nelle intenzioni, dovrebbe permettere l’allargamento della base al di la dei confini del PD. Fin qui la cronaca di una tre giorni che, nonostante qualche timore in fase organizzativa, ha ottenuto un buon successo, soprattutto di presenze: per tutti e tre i giorni la Leopolda è stata piena, costringendo numerosi partecipanti a rimanere fuori e seguire l’evento dai maxischermi, aspetto che ha soddisfatto particolarmente Renzi, visibilmente gongolante per la cosa sul palco e, c’è da scommetterlo, avrà creato qualche acidità di stomaco in altri ambienti del PD. Interessanti anche molti dei contributi portati sul palco dagli ospiti, specialmente quelli su temi come l’antimafia o elle nuove tecnologie. Vanno tuttavia segnalati alcuni grandi assenti. Primo grande assente è stato un qualsiasi riferimento al dibattito congressuale del PD, come se la Leopolda non avesse nulla a che fare con il partito, ed in un certo senso è probabilmente proprio il messaggio che si intende lanciare da Firenze. Certo, come dice Maria Elena Boschi, alla Leopolda è stato sempre così, ma con una certa probabilità, questa assenza è stata in gran parte conseguenza di un’altra assenza: quella della candidatura di Minniti alla segreteria. Da giorni ormai si rumoreggiava che l’occasione sarebbe potuta essere rappresentata proprio dalla location fiorentina, invece niente, Minniti (ancora) non si candida. Infine, grandi assenti sono stati i temi cari alla sinistra del partito: si è parlato poco di lavoro, se non con l’accezione che bisogna creare le condizioni per aumentarlo. È rimata fuori dal dibattito però la condizione del lavoro, per come è oggi, nuda e cruda. È rimasta fuori Riace, intesa come esperienza d’integrazione che non può essere usata esclusivamente come argomento contro Salvini, ma andrebbe posta in evidenza come fonte costruttiva di ragionamenti complessi. Ciò che viene fuori da questa tre giorni è l’immagine di una corrente (perché se la pace fiscale è in realtà un condono anche questa componente non è null’altro che una corrente, con buona pace di chi non ama il termine) che, passati i momenti di euforia e di maggioranza a mani basse, nel partito ma non solo, si riunisce per far sapere che ancora esiste e si dovrà fare i conti anche con lei (e visti i numeri, probabilmente è così). Una corrente che, se da un lato non avendo il candidato forte, ufficialmente si defila dalla corsa alla segreteria, dall’altro riempiendo la vecchia stazione vuol dimostrare che può ancora avere un ruolo negli equilibri del PD e che, conoscendo l’ex segretario c’è da scommetterlo, non lascerà niente agli avversari, molti dei quali ex alleati, senza far pesare la cosa. Soprattutto una corrente che palesemente tiene un piede fuori dal perimetro del PD, cercando di portare avanti quell’idea iniziale, ad oggi incompiuta, di sfondare nell’elettorato moderato, proprio con la rete dei Comitati civici lanciati oggi. Il tutto, con evidenza, in prospettiva delle prossime elezioni europee in cui, ad oggi, in molti auspicano la creazione di liste uniche delle forze pro-Europa. Certamente, se pur con diverso nome, la creazione dei comitati civici non è una novità per la manifestazione fiorentina; già in passato era stata lanciata una rete analoga in occasione del referendum costituzionale. Resta da vedere se quella lanciata oggi, riuscirà ad avere maggior successo.
