IL DIETRO FRONT DI DI MAIO SUL TAP

IL DIETRO FRONT DI DI MAIO SUL TAP

In tedesco c’è un verbo appropriato per questo caso, si chiama : “Fremdschämen”. Ovvero, sentire la vergogna di un’ altro come la propria, anzi, più forte: comese ti avessi beccato con le mani nella marmellata, appena fatta, e la mamma ora ti sbugiarda davanti a tutta la famiglia. Cosi mi sono sentito, quando ho letto le parole del VicePresidente Luigi Di Maio con le quali ha giustificato il dietrofront sul caso TAP.#Tap“@luigidimaio : lette carte, ci sono#penaliper 20 mld. Atti visti da ministro, al#M5Snon li hanno mai fatti leggere”. Ora, capitemi. Non è affatto vergognoso se un governo, un politico, si ricrede, dopo aver appreso che un vecchio progetto non è realizzabile. Anzi, ottimo. Vuol dire che quel politico fa politica nell’interesse della Nazione. La cosa vergognosa è un’altra. La storia che racconta. “lette le carte, ci sono “penali” da 20 mld, secondo lui. E gli avrebbero nascosto le carte, quando non era al governo.Ora diamo credito al suo predecessore nell’ufficio del Ministro del Mise, Carlo Calenda. Quelle clausole Di Maio non ha potuto leggere, perché secondo colui che ha firmato i contratti, non esistono. E dei contratti sapeva tutto, ma forse non le aveva mai letto: non esiste alcuna “penale”. Invece esiste la direi certezza che le aziende italiane e estere, impegnate nella costruzione del gasdotto, avrebbero fatto una causa di risarcimento danni al Governo italiano di un’entità ben superiore ai “20” mld paventati da Di Maio, presumibilmente anche quattro volte tanto. E partiamo dalla quasi-certezza, che quella causa l’ avrebbero vinta facilmente, data la mole di contratto firmati e controfirmati. Con la facilmente intuibile conseguenza che firmare un atto con il Governo italiano dall’altra parte sarebbe diventato altamente sconsigliato, nel mondo delle imprese mondiali.Per quella strana frase latina che ancora oggi e scritta ma invisibile  agli sciocchi su tutto: pacta sunt servanda. E quello vale anche per i contratti firmati dai predecessori nella tua carica. Anche al Governo.Arriviamo al dunque.I patti firmati dai governi precedenti hanno ancora validità, anche sotto il Governo pentaleghista. Checché ne dicano o pensino. Tra i patti da rispettare c’è anche quella enorme mole di accordi internazionali con gli altri paesi europei, ivi inclusi anche i regolamenti della Banca Centrale Europea. A molti italiani essi invece hanno raccontato che le regole europee (ivi incluse le regole della Bce) sarebbero un’invenzione di una strana “casta” del nome “euroburocrati”, ma non è cosi. Tutte le regole dell’Unione sono state approvate da Governi nazionali, nella piena funzione e legittimazione democratica, cosi come la Commissione stessa, proposta a sua volta da Governi, a loro volta regolarmente eletti e poi i membri della Commissione confermati da un voto del Parlamento Europeo, eletto direttamente dai cittadini europei. Più legittimazione democratica di cosi non esiste. La Commissione ha una piena legittimazione democratica da parte dei 500 milione di abitanti europei. Il passo indietro di Luigi Di Maio nel caso TAP è dunque un primo passo positivo, riconosce la pre-esistenza di contratti tuttora validi, anche se non lo fa con la giusta spiegazione- quella che dà è palesemente falsa. Ora il M5S comincia ad affrontare le tante promesse a vuoto con le quali in campagna elettorale ha raccolto una marea di voti, di protesta, di disperati. Il prossimo nodo al pettine della propaganda elettore: Il reddito da cittadinanza. Già che l’esperienza del Rei non è esaltante – metà dei beneficiati in due sole regione, Sicilia e Campagna – ora vediamo che vorrà superare il problema della distribuzione centralizzata (“nessuno deve fare una richiesta, arriva tutto a casa”) in base ai dati fasulli, falsificati o del tutto inesistenti che gia stanno mettendo in crisi il Rei, che prevede anche un “contratto” tra Ente e beneficiato in base ad una sua autonoma attività di ricerca di lavoro, una delle cosette copiate dal sistema Hartz4, senza averne il personale in grado anche solo di leggere le carte -eventualmente- inviate, costringendo l’Inps ad interrompere l’erogazione dei fondi, come già avviene oggi. Tutti i patti sono da rispettare, non solo quelli con gli altri Stati europei, gli organismi internazionali, pure con i fornitori, ma anche quelli promessi agli elettori. Altrimenti…. quousque tandem abutere, DiMaius, patientia nostra?