IL FISCHIO E’ SACRO. IN POLITICA COME NELL’ARTE

Mio padre mi raccontava che il successo o il fallimento di un’opera lirica lo decretavano gli applausi o i fischi che partivano dal loggione del teatro, l’ordine di posti più scadente e a buon mercato, dal quale assisteva alla rappresentazione il pubblico più povero ma più esperto. Negare il diritto a esprimere la propria disapprovazione con un fischio è grave. Lo è a maggior ragione quando a fischiare è una persona isolata, e quindi del tutto innocua e impossibilitata a disturbare o impedire alcunchè. Non c’è alcuna giustificazione, se non il puro e semplice esercizio, anzi direi abuso, del potere. Un politico che ha paura di una donna che fischia è un pavido e un prepotente. E quando un pavido prepotente viene messo a un posto di comando c’è sempre di che preoccuparsi.