IL NAZISMO NON ARRIVA TUTTO ASSIEME

IL NAZISMO NON ARRIVA TUTTO ASSIEME

Il nazismo non arriva tutto assieme, non si passa dalla pacca sulla spalla all’italiana («Aué, mo l’aggiustiamo») all’ordine gridato di entrare nella camera a gas. Oddio, forse sono ottimista e qualcuno già si augura di essere a quel momento, però siccome il mantra è ormai che «sessanta milioni di italiani non sono diventati tutti fascisti», allora ci credo e dico: Non sono tutti fascisti. Ma il fascismo, il nazismo, non arrivano tutto d’un tratto. Arrivano un poco alla volta, quando cambia il significato delle parole, quando cambia la costruzione mentale che consente una visualizzazione, quando cambia il paradigma con cui guardiamo al mondo. Se uno ti tende la mano, lo aiuti.Se però pensi che quello che ti tende la mano è un «invasore», allora ti difendi e mors tua vita mea.Adesso, per dire, è normale lasciare morire persone nel Mediterraneo, così normale che non ci pensiamo più. Tre anni fa non era normale. Arrivano, i tempi neri, così, come in questo filmato. La donna che fa scendere le persone senza biglietto non è «cattiva», è una che «fa il suo dovere». Infatti a un certo punto dice: «Se pagate il biglietto siete benvenuti». Lei vuole soltanto il rispetto delle regole, d’altronde pagare il biglietto è una regola, no? E chissà cosa succede a quelli che, italiani di carta d’identità non pagano il biglietto… È che ci siamo già dimenticati, cioè non conta, di tutto il resto: che c’è modo e modo di dire «Alzati, subito!», c’è un modo materno del mattino, quando sei bambino e vuoi dormire, che collimerebbe con il «Mi dispiace» che la signora a un certo punto dice, falsamente, perché non le dispiace proprio, infatti questo non è l’«Alzati, subito!» materno ma è un ordine militaresco, di una persona che ama le regole sebbene fini a sé stesse, che aumenta l’ego, che dà forza, avendo vinto il conflitto; c’è modo e modo di dire «Anche voi, forza!», chi si dispiace davvero del dover adempiere a un compito non ha quei toni ma lavora in rispettoso silenzio, attende i tempi dell’altro, «Mi dispiace, non ci posso fare niente» uno lo dice quasi con pudore, quando è dispiaciuto davvero; «Non me ne frega niente della tua gamba», dice la signora, e invece gliene dovrebbe fregare eccome, fosse dispiaciuta per davvero, perché non si lascia nessuno indietro, se ha un problema di salute, se non ha la possibilità, se è, in quel momento e non importa perché, debole. Il nazismo arriva quando si accetta che «per la regola», in funzione della «regola», sia lasciato fuori tutto il non-detto, quando conta soltanto il detto, il protocollo, quello che si «deve fare». Quando si lavora sulla distanza tra il comportamento e la norma, quello spazio di solito dove confliggono umanità e durezza, quando la «durezza» è ormai necessità lì attecchisce e germoglia il fascismo.Questo il link al video:https://goo.gl/amcK51Per i commenti – almeno a chi è rimasto umano – consiglio un Maloox