INVESTIRE NELLA PACE, AL FIANCO DEGLI ULTIMI

Suonano a distesa le campane di San Pietro ma non è per celebrare la vittoria di un uomo sull’altro.Angelus del Papa e non potrebbe esser altrimenti, ci riporta alla ricorrenza al centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.Lo fa citando il suo predecessore Benedetto XV che definì “inutile strage” il conflitto.Forti le sue parole:“La pagina storica del primo conflitto mondiale è per tutti un severo monito a respingere la cultura della guerra e a ricercare ogni mezzo legittimo per porre fine ai conflitti che ancora insanguinano parecchie regioni del mondo. Sembra che noi non impariamo. Mentre preghiamo per tutte le vittime di quella immane tragedia, diciamo con forza: investiamo sulla pace, non sulla guerra!”.Non può, poi non “toccare”, la Parola del Vangelo della domenica che con Marco indica il sentiero.Dio sta “dalla parte degli ultimi”, diamo “al Signore e ai fratelli non qualcosa di noi, ma noi stessi”, in una offerta “umile e generosa”. Questa l’esortazione del Papa all’Angelus domenicale, commentando il Vangelo di Marco incentrato su due figure opposte, lo scriba e la vedova che, nella sua povertà, offre tutto ciò che possiede, due monetine che fanno ben poco ma sono molto di più di quanto offrono i ricchi quando offrono “solo” il loro superfluo.Ma Dio sta dalla parte degli ultimi, è bene ribadirlo.Lo scriba, spiega Francesco, rappresenta “le persone importanti, ricche, influenti”, l’altra indica “gli ultimi, i poveri, i deboli”. Il giudizio “risoluto” di Gesù nei confronti degli scribi, aggiunge il Papa, non riguarda tutta la categoria, ma è riferito a coloro che “ostentano la propria posizione sociale”, si “fregiano” del titolo di “maestro”, amano essere “riveriti” e “occupare i primi posti”. Quel che è “peggio” – si sofferma il Pontefice – “è che la loro ostentazione è soprattutto di natura religiosa, perché pregano ‘a lungo per farsi vedere’ e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge”. Un atteggiamento “di superiorità e di vanità”, osserva ancora il Papa, che li porta “al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa”, come appunto le vedove.Gesù smaschera questo meccanismo perverso: denuncia l’oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi.