LA NUOVA INDISCREZIONE IN CASA PD: RENZI POTREBBE CANDIDARSI ALLE PRIMARIE
Ogni istante in casa PD parte un nuovo treno, una nuova indiscrezione che, spesso, si trasforma in notizia: qualche giorno fa era stato l’ex Ministro Minniti a far parlare di sé ritirandosi, un po’ a sorpresa, dalla corsa per le primarie. Minniti assicurava che la propria scelta dipendesse dalla necessità di assicurare una guida forte ed unitaria del partito, ma l’idea prevalente negli ambienti politici e dei media attribuiva l’inversione ad U allo scarso sostegno che sarebbe giunto alla candidatura da Matteo Renzi, senza il quale la candidatura sarebbe risultata fortemente compromessa. Oggi sono le indiscrezioni su una possibile candidatura in extremis dello Stesso Renzi a movimentare il Nazzareno: fortemente indiziato di voler lasciare definitivamente il partito per un progetto proprio, l’ex Premier e Segretario PD ha smentito la notizia, assicurando di non essere interessato all’ennesima scissione nel PD. Da questa sera però è iniziata a circolare la notizia che Renzi starebbe seriamente pensando alla terza corsa di fila per le primarie: secondo quanto emerso sarebbero stati i suoi fedelissimi, un po’ spiazzati dagli eventi degli ultimi giorni e ritrovatisi senza un candidato di corrente su cui puntare, a chiedere a gran voce a Renzi di buttarsi di nuovo nella mischia e lui non avrebbe ancora detto di no. Al momento si starebbe lavorando sui sondaggi, per capire se, principalmente nell’ottica anti Zingaretti e, in maniera residuale anti Martina, la candidatura di Mattero Renzi sia realmente spendibile: inutile dire che se Renzi dovesse correre, significherebbe che nutre buone possibilità di vincere. Occorrerà aspettare per capire se l’ipotesi è una mera suggestione o se c’è in effetti una possibilità concreta di vedere Renzi partecipare alla contesa per il ruolo di Segretario: ad ora Renzi si è fatto sentire via tweeter con quella che, se intendeva essere una smentita, è parsa non netta, se non altro perché un NO secco non c’è:“Faccio il segretario, mi colpisce il fuoco amico. Mi dimetto e mi chiedono di stare in silenzio. Sto zitto e mi chiedono di parlare. Un giorno devo andarmene, un giorno fare il segretario. Ma possiamo parlare di politica anziché parlare tutti i giorni di me?” In questo caso è facile immaginare un effetto a valanga sugli equilibri e le alleanze ad oggi palesatesi per il congresso: in attesa di capire a chi Minniti concederà il proprio appoggio (in ogni caso ben difficilmente potrà essere quel Renzi che avrebbe “boicottato” la propria candidatura) non è da escludere nemmeno qualche altro ritiro finalizzato a rafforzare il fronte di Zingaretti. Il punto nodale, per tutte le parti in gioco, rimane quello dei sondaggi: Zingaretti è dato in vantaggio per le primarie ma, cosa che sta realmente preoccupando il partito, l’eventuale fuoriuscita di Renzi con la formazione di un proprio soggetto politico, dato fra il 9 ed il 12 per cento dai sondaggisti, comporterebbe una emorragia di voti per il PD che pagherebbe una buona metà di qui consensi di tasca propria, rischiando di ritrovarsi al limite della doppia cifra.
