LA SCONFITTA DELL’UNIONE SOVIETICA? UN TRAUMA NON ANCORA SUPERATO DAGLI INTELLETTUALI DI SINISTRA
Ascoltando Landini ma anche parlando con cari amici italiani, intelligenti, competenti, di sinistra, onesti e fino a sei mesi fa critici (ma con juicio) di tutti i precedenti governi italiani, da quelli DC ai berlusconiani e piddini, ho capito a cosa serva l’attuale terrorismo mediatico, una campagna di disinformazione senza precedenti e così smaccatamente faziosa che non pensavo potesse fare presa su persone preparate e che dovrebbero essere in grado di riconoscere la propaganda. E invece no, credono a qualunque cosa scriva La Repubblica (o anche Il Giornale) o dicano i conduttori di talk show, tutti milionari grazie agli introiti pubblicitari consentiti dalla deregulation liberista e quindi sospettabili di parzialità, non vi pare? Macché, non gli pare, improvvisamente a contare sono solo le intenzioni individuali, imperscrutabili, non gli interessi materiali oggettivi. Infatti ormai accettano le lobby, che importanza volete che abbiano i loro finanziamenti a politici e giornalisti, cosa andate a pensare?, mica significano che uno si faccia corrompere, ci mancherebbe, semplicemente si fa pagare dai privati invece che dallo Stato, un bel risparmio per i contribuenti.Gli intellettuali veri sanno tutto questo; ma lo stesso temono, sinceramente, che l’alternativa sia l’apocalisse. In parte è perché hanno paura di perdere i loro privilegi (colpa dell’intenzionale anti-intellettualismo della Lega e della sciocca indifferenza del M5S), ma in parte è che non sanno come contrastare il liberismo. La sconfitta dell’Unione Sovietica è un trauma che non hanno ancora superato. E allora, piuttosto che ammettere di essere deboli e confusi, preferiscono ammalarsi di terrore e abbandonarsi al “manifest destiny” della globalizzazione neocapitalista.
