MANOVRA FINANZIARIA: NON C’E’ TRIPPA PER IL SUD

MANOVRA FINANZIARIA: NON C’E’ TRIPPA PER IL SUD

Pur apprezzando l’inserimento di reddito e pensione di cittadinanza che porterà alcuni benefici al Sud, dove si concentra gran parte della povertà del Paese, non riusciamo ad esultare per i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria liquidata ieri notte. Una flat tax su misura dei più ricchi concentrati al Nord. Una revisione della legge Fornero su misura dei lavoratori dipendenti concentrati al Nord che, se libererà nuovi posti di lavoro per i giovani, lo farà al Nord. Un condono fiscale mascherato, utile ai cumenda del Nord. Insomma la Lega batte il M5s per tre a uno, anzi tre a zero, vediamo il perché. Il reddito di cittadinanza aumenterà i consumi al Sud, vero, ma se consideriamo che gran parte delle merci acquistate dai cittadini meridionali vengono dall’industria del Nord, il circolo resta vizioso, come in un romanzo di Garcia Marquez, che racconta di un’azienda aperta dagli americani in Colombia, dove la manodopera locale, anziché denaro, riceveva buoni acquisto da poter spendere solo nello spaccio aziendale. In questo modo i guadagni tornavano raddoppiati ai padroni. E’ la metafora del colonialismo perfetto, dove la ricca potenza coloniale produce e la povera colonia consuma. Quel colonialismo cui il Mahatma Gandhi si ribellò, rifiutandosi di acquistare merci inglesi. Metafora che s’attaglia al nostro Sud, così trattato da sempre, che si ripropone in questa manovra dove non c’è alcun piano, alcun progetto per il Mezzogiorno, qualcosa che possa colmare il deficit di infrastrutture utili a favorire lo sviluppo e il lavoro, come denuncia la stessa Svimez. Il lavoro, questo sì fattore di dignità per venti milioni di meridionali, trattati da cittadini di serie B, in termini di trasporti, ferrovie, strade, porti, aeroporti, sanità, istruzione e quant’altro viene invece dato ai cittadini del Centronord. Basti ricordare che un cittadino meridionale dallo Stato riceve in investimenti per servizi il 40% di un cittadino del Nord, che fa, guarda caso, la stessa differenza di reddito pro capite. Allora, come la mettiamo amici del M5s che dal Sud avete ricevuto il 50% di voti per poi favorire i soliti interessi del Nord? Come la mettiamo con i centomila giovani laureati a spese delle famiglie del Sud e utile manodopera a basso costo che emigra ogni anno per il Nord? Avete un piano per affrontare la Questione meridionale, la cui esistenza è stata persino negata da Luigi Di Maio, dal sottoscritto interrogato in merito? Che dice di concreto in proposito la ministra senza portafogli per il Sud Barbara Lezzi? E che dice l’esercito di parlamentari meridionali marcati Cinque stelle? Allora come la mettiamo con il “regionalismo” differenziato”, ovvero con la Legge truffa proposta dalle regioni padane per trattenersi il 90% delle tasse, anche di quelle pagate di consumatori del Sud, con un danno di 35 miliardi l’anno per il Mezzogiorno? E come la mettiamo ancora con il blocco dei finanziamenti per riqualificare le periferie che toglie un miliardo di euro alle città meridionali, già povere di sé, mentre premia le città del Nord perché “virtuose finanziariamente”, ovvero più ricche? Questo e altro vi chiediamo, mentre il deficit previsto al 2,4% , con un buco di 33 miliardi di euro, farà crescere ancor di più spread e tassi d’interesse bancari, più di tutto al Sud dove, chissà perché, i tassi di interesse sono già doppi rispetto al Nord, che pur possiede più sofferenze di credito. Ah, già, il Sud è colonia perfetta, ma come spiegarlo a chi si limita a pensare per slogan semplicistici ed elementari? Come dire loro che se il Sud non è messo in condizione di crescere le conseguenze le paga l’intero sistema Italia, già indebitato per il 130% del suo Pil, che continua a fare debiti su debiti. Chi ne pagherà le conseguenze se non i più deboli e le future generazioni? Di Maio parla di futuro sviluppo, noi vediamo economia della sopravvivenza, mentre Salvini tace soddisfatto del bottino del suo Nord a danno del Sud e del decreto razzista sulla Sicurezza, dove gli immigrati, seppure cittadini italiani a pieno titolo, avranno meno diritti, mentre si tace sul patto Stato-mafia. In quanto a Conte, passerà alla storia come il premier che non c’è. Non vediamo alcun cambiamento in questa politica del M5s, vediamo lo stesso trattamento coloniale riservato al Sud negli ultimi decenni da Forza Italia, Lega Nord, Pd e altri loro associati nel “Partito unico del Nord”. Un Sud che ha riposto le sue speranze nel M5s e che oggi si interroga deluso, come avviene a Taranto per il bidone mortale dell’Ilva e in Salento per l’ambigua posizione sul gasdotto Tap.