“MEDITERRANEA” LA NAVE ITALIANA CHE VUOL SALVARE L’UMANITÀ DEL PAESE

Dal porto di Augusta, è partita una nave rimorchiatore che per l’occasione è stata adattata per l’attività di osservazione e di soccorso in mare. Varie le associazioni e le ong fra i promotori dell’iniziativa, inedita nella storia d’Italia e nata “perché le politiche europee hanno lasciato il vuoto laddove muoiono persone. Abbiamo la consapevolezza di trovarci dove non vorremmo essere, ma ci siamo dato che è fondamentale raccontare quello che accade”, spiegano i promotori fra i quali spicca Arci Per “Mediterranea”, questo il suo nome, il progetto è quello di “monitorare e testimoniare la drammatica situazione che vede donne, uomini e bambini affrontare enormi pericoli in assenza di soccorsi e nella complice indifferenza dei governi italiano ed europei”. Adesso finalmente può esser reso pubblico che la nave battente bandiera italiana, un rimorchiatore di 37 metri, con undici persone di equipaggio, sta già navigando in prossimità delle acque maltesi, proprio nel cuore del Mar Mediterraneo. C’è un compito che si vuol far prevalere è quello, non solo essere presenti ed impegnati salvatori di naufraghi ma anche di essere spietati osservatori di quello che fanno, o meglio, non fanno quanti, in quelle acque navigano governati dalle paure. Dunque Mediterranea se necessario, ha pronto ogni mezzo per intervenire a salvare vite in pericolo. La nave è salpata dopo mesi di preparazione grazie all’impegno di una fitta rete di associazioni, organizzazioni non governative e volontari che hanno deciso di reagire di fronte allo spazio lasciato vuoto dalle altre navi ong in conseguenza a una politica sempre più aggressiva nei loro confronti prima da parte del ministro Minniti e poi, in modo più devastante, dal suo successore. Dietro la nave c’è l’impegno di un mondo variopinto del quale fanno parte Arci, Ya Basta di Bologna, ma anche ong come Sea-Watch e Proactiva Open Arms, il magazine online I Diavoli e l’impresa sociale Moltivolti di Palermo. Numerosi i garanti del progetto sono un gruppo di parlamentari, con il sostegno di esponenti del mondo della cultura e della società civile. “Quello che faremo è raccontare. Esserci è fondamentale, di fronte al vuoto lasciato dalle politiche europee”, sottolinea in conferenza stampa il regista Alessandro Metz, presente con Sandro Veronesi in rappresentanza di altre persone note al pubblico come Michela Murgia, Gipi, Paolo Virzì, Alessandro Bergonzoni, Teresa Ciabatti. “E’ un’operazione che abbiamo preparato da diversi mesi, per ridare dignità all’Italia, di fronte a un governo che è complice di quello che sta accadendo nel mare, ovvero della morte di tante persone innocenti”, rimarca Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci nazionale. “Siamo in tanti, nella società civile e negli organi di stampa attenti al fenomeno, a denunciare da tempo quanto accade nel mare e in Libia, dove le persone subiscono gravi violenze che portano anche in questo caso alla morte. E’ una cosa del tutto insopportabile, e Mediterranea rappresenta una reazione collettiva per salvare l’onore del nostro popolo”. Ed il motto di Mediterranea riassume tutto il senso della missione, ubbidire alla Costituzione e al diritto internazionale nella foto la conferenza stampa tenuta in queste ore a Roma, quando Mediterranea era già in acque di missione