SORPRESA, IL PD C’E’ E RIEMPIE LA PIAZZA. RESTA DA TROVARE LA ROTTA DA SEGUIRE

SORPRESA, IL PD C’E’ E RIEMPIE LA PIAZZA. RESTA DA TROVARE LA ROTTA DA SEGUIRE

Il Pd a Piazza del Popolo batte un colpo. C’era veramente molta curiosità di vedere il risultato della manifestazione indetta del Partito Democratico nella giornata di ieri a Roma; i primi ad essere curiosi, per non dire timorosi, erano proprio i dirigenti del partito che si sono avvicinati alla data dell’evento della piazza romana anche per capire se l’elettrocardiogramma fosse definitivamente piatto o desse dei segni di vita. In Effetti, come nei migliori “medical drama” americani ambientate in qualche corsa di pronto soccorso, quando il dottore ha gridato “libera!” ed ha dato la scossa col defibrillatore per rianimare il paziente, non senza sorpresa qualcosa si è mosso e un battito è arrivato. Il timore di flop, palpabile nelle fasi preparatorie è svanito man mano che la piazza ha iniziato a riempirsi di gente, fatto che di per se sembrerebbe già una notizia. Certamente, come in ogni manifestazione che si rispetti è ora iniziato il valzer ei numeri, 70.000 per Martina, un numero decisamente inferiore per altri. Di sicuro però, al di la del dato numerico, francamente secondario rispetto a quello politico, tutti quelli che ironizzavano, prevedendo un immancabile disastro, una manifestazione di “quattro gatti”, indicando la Piazza del Popolo di ieri come luogo ideale per prendersi un momento di solitudine, questa volta si sono largamente sbagliati e, a parte qualche fotografia dei primissimi istanti di manifestazione, postata in maniera denigratoria per mostrare una piazza semi vuota, di certo le persone non sono mancate, sorprendendo, per parole dello stesso Martina, anche la stessa dirigenza PD. La piazza ha accolto i principali leader del Partito Democratico, chiedendo ai propri dirigenti principalmente una cosa: l’unità nel partito. Dal palco, almeno apparentemente queste richieste, effettuate a mezzo coro più volte ripetuto dai militanti, hanno ricevuto una risposta positiva, fatta di abbracci e gesti di riconciliazione, anche fra persone che nell’ ultimo periodo non hanno avuto certo rapporti idilliaci (leggasi Renzi con Gentiloni, Renzi con Martina, Renzi con chiunque altro). Nel pomeriggio romano si sono susseguiti interventi di tutti i principali leader di partito: Matteo Renzi ha riproposto un suo vecchio cavallo di battaglia:“Quello che mi sembra logico è dire che chiunque sarà segretario o segretaria deve avere il consenso e il supporto di tutti gli altri”, ha proseguito poi l’ex segretario“Evitiamo il fuoco amico anche perché mettersi a litigare quando gli altri fanno le cose che fanno, è francamente incomprensibile. La linea del governo ci porta dritti in Venezuela”. Anche Nicola Zingaretti, ad oggi candidato unico alla segreteria del Pd, è in piazza:“Noi abbiamo perso, inutile girarci intorno, ma non perché abbiamo comunicato male, ma perché il paese ha percepito la distanza siderale dalla loro condizione di vita”. A conclusione duro intervento di Martina che prima prende atto che la manifestazione è andata bene:“Piazza del Popolo c’è. Come sempre, la nostra gente ci sa stupire. Soffre e lotta, si mette in gioco e partecipa. Questa piazza è per l’Italia”. Quindi attacca l’esecutivo(definendo Salvini e Di Maio due Ministri“che fanno i piromani”), e la manovra finanziaria alle porte, trasformatasi da “manovra del popolo a menzogna del popolo”. Su Tria rilancia: “Se non ha dignità di tenere la posizione, vada a casa“C’è poi spazio per un po’ di autocritica e per un appello alla propria base nell’intervento del segretario:“abbiamo sbagliato e lo abbiamo capito, ma adesso dateci una mano”. A margine della manifestazione viaggia anche la questione congressuale, con Delrio da un lato e Calenda dall’altro che si sfilano dalla corsa alla segreteria, anche se con motivazioni sensibilmente differenti: il primo per “spirito di servizio” nei confronti del partito, il secondo perché ritiene inutile candidarsi alla leadership di un partito che, secondo lui, andrebbe superato, particolare che non esclude quindi un progetto differente dell’ex Ministro. Grande assente e oggetto di qualche cartello di contestazione il Presidente della Regione Puglia. Emiliano si era di recente speso in favore dei provvedimenti di politica economica annunciati dal Governo che, secondo la sua interpretazione, da uomo di sinistra avrebbe sottoscritto. Difficile che, dopo questa piazza, l’ex magistrato trovi un proprio spazio rilevante all’interno di questo PD. La giornata sarebbe quindi tutto sommato positiva per un Partito Democratico che, per la prima volta dopo il 4 marzo, ha dato un reale cenno di vita. Resta tuttavia da capire quanto la dirigenza sarà in grado di partire da questo “battito” per rianimare un partito che resta innegabilmente in grande difficoltà, soprattutto sul piano della linea politica. Perché, se è facile promettere unità dal palco, ammettere di aver capito gli errori e affidarsi alla clemenza del proprio popolo per avere un’altra possibilità, rimane comunque difficile scegliere la strada da percorrere uniti; ed infatti, all’indomani di questa piazza da cui tutto il PD intendere ripartire, rimangono numerosi nodi da sciogliere sul da farsi: da un lato le Questioni più Tecniche, come la data del Congresso, dall’altro quelle politiche, prima fra tutte l’atteggiamento da tenere verso il Movimento 5 Stelle. La parola d’ordine pare sia il dialogo con la base elettorale del Movimento che inizia ad essere scontenta per alcune politiche troppo filo leghiste: una sorta ”parlare agli elettori non al partito” molto simile in memoria alla strategia proposta da Renzi sul rapporto con il centro destra. Per rispondere a Martina si potrebbe dire che, già con la presenza, una possibilità la piazza l’abbia già data. Adesso occorrerà vedere in che misura l’occasione verrà realmente sfruttata come base per una ricostruzione e quanto invece il senso di falsa sicurezza da scampato pericolo sarà la base per una ulteriore caduta.