IL PRESEPE DI NATALE? ECCOLO GIÀ PRONTO

Nessun affanno, nessuna imposizione. Il Presepe di Natale è già pronto. Lo abbiamo davanti da lungo tempo.È in tutti quei luoghi vicini a noi dove viene offeso il sentimento di umanità, il diritto, i valori e naturalmente il nostro credo.È già pronto, sotto i nostri occhi, non c’è nessuno scatole coperto di polvere da ritrovare nella cantina del nostro animo.È nelle nostre periferie, nelle stazioni, nei nostri campi, nelle fabbriche.Nel mezzo del deserto libico e del nostro caro Mediterraneo.Si trova nelle scuole, a Lodi come in ogni altra città e Paese.È nelle baraccopoli di San Ferdinando.A Riace, a Vicofaro.Nei nostri cuori che vorrebbero gelidi.È in quella che fede che vorrebbero fatta da luci e lustrini da sfoderare solo per le grandi occasioni.È poi nelle parole di Domenico Lucano, di Minno che ci ricorda ancora una volta quale sentiero intraprendere: “Oggi c’è una scelta da fare: o assecondare l’impulso di umanità o girarsi dall’altra parte. Io penso che ognuno deve seguire la propria indole, la propria coscienza e invece sta succedendo qualcosa di molto grave: le persone che come me non restano indifferenti sono avversati da chi resta insensibile. C’è la voglia di mortificare l’impulso di umanità degli altri, c’è odio. E la cosa più drammatica è che questa parte insensibile ora è diventata potere politico, parte dirigente che se la prende contro i i rifugiati, i rom, i diversi e tutti quelli che non la pensano come loro”. Così Lucano ricorda subito a tutti da che parte sta. Ed è un fiume in piena che parla con nostalgia, “del presepe che a Natale diventava Riace” e, a proposito della santa ricorrenza, “io da laico dico che non posso sopportare che ministri che lasciano in strada tanti disgraziati o in mare vadano in giro con i rosari” e, ancora più diretto sulla cattiva coscienza, “non capisco come un ministro dell’Interno riesca a dormire tranquillo”. E ne ha anche per i vescovi: “Come può un cristiano votare per partiti che aggrediscono gli ultimi? Cristo era un ultimo eppure la Conferenza episcopale non mi pare che abbia condannato con grande forza le politiche sull’immigrazione così disumane”. Si, il nostro Presepe è pronto, ma noi lo siamo?