DI MAIO E SALVINI IN DISACCORDO SULLA TAV. MA L’EUROPA STRINGE I TEMPI

Luigi Di Maio in questi giorni ha cercato di disertare qualsiasi incontro, sfuggendo a qualsiasi interlocutore, dopo lo scacci delle elezioni abbruzzesi si è ritirato in totale silenzio.Ha dato forfait martedì alla riunione a Palazzo Chigi in cui è stata presentata la relazione sui costi benefici che boccia la Tav. Un vertice di maggioranza a cui ha preso parte anche Matteo Salvini.Una relazione destinata a provocare numerose polemiche, sostenuta solo dall’area grillina, ma bocciata e definita una “truffa” dal presidente della commissione incaricata dallo stesso governo, Mario Ponti, voluto alla guida anche da Toninelli.L’audizione è avvenuta ieri in Senato per Mario Ponti, sull’analisi costi-benefici. Ponti ha esaminato il progetto Tav, ha difeso l’analisi dei costi-benefici, nonostante alcune criticità contenute nel metodo utilizzato. Ha sottolineato che “Non è un strumento perfetto ma è quello assolutamente dominante”, difendendo così l’indipendenza e la neutralità del lavoro svolti dai commissari.Anche uno dei sei professori, Pierluigi Coppola, dopo essersi rifiutato di firmare il documento insieme agli altri cinque colleghi, ha deciso di consegnare una nota con ulteriori elementi di valutazione al ministero. Matteo Salvini da sempre sostenitore dell’opera, già nei giorni scorsi avrebbe voluto parlare con Di Maio telefonicamente ma il leader del M5s ha alzato un muro.Di Maio, secondo La Stampa, era irritato con Salvini perche continuava a ribadire di andare avanti, di trovare un accordo e dare spazio ai tecnici per una consistente sforbiciata ai costi.Quindi il vice premier sarebbe stato irritato perché Salvini provava a gestire la questione Tav. Continuano a manifestarsi i disaccordi tra i due schieramenti.Salvini era riuscito solamente a contattarlo tramite un sms dove aveva ribadito: “Tagliamo tutto quello che è possibile tagliare, ma si vada avanti”. Andare avanti comunque, questo rispondono entrambi.Salvini su quella relazione ha spiegato: “Chi l’ha letta mi dice che ci sono dati un po’ strani che ci confermano il fatto che la gente consuma meno benzina perché va in treno, per me quello è un vantaggio”. Già, perché nella relazione ci sono assurdità come quella sottolineata da Salvini.Di Maio dalla sua città natale Pomigliano D’arco ha cercato la mediazione , la priorità è mettere da parte le questioni che vedono la maggioranza in disaccordo e andare avanti sulle cose che uniscono. Ma ribadisce e sottintende un nuovo indiscutibile No alla Tav Torino-Lione. Matteo Salvini invece è fermo sulle sue posizioni e sfida, numeri alla mano, l’alleato sulla tratta ferroviaria che spacca il governo.È l’Europa che impone dei tempi a questa discussione infinita, e lo fa ricordando che i fondi comunitari non saranno disponibili per sempre. Di Maio ieri ha tenuto a sottolineare che: “Non è in discussione il Governo, sono in discussione alcune cose su cui non siamo mai stati d’accordo. Per me questo Governo deve andare avanti, ma sulle cose su cui siamo d’accordo. Su questo non c’è la Tav in Val di Susa, ma ci sono tante opere da fare, l’Asti-Cuneo, l’alta velocità Roma-Pescara, la Tav Catania-Palermo, Roma-Matera. In questo momento è intelligente andare avanti”. E ha proseguito ricordando che c’è tanto da fare, e che bisogna lavorare sulle cose in cui sono d’accordo e mettendo da parte le cose su cui non sono d’accordo”. Fiducioso ha terminato: “Credo sempre che poi alla fine si riesca ad andare avanti con questo Governo perché siamo persone ragionevoli e perché sappiamo che se fallisce questo esecutivo, tornano quelli di prima, quelli della Fornero e del Jobs act”. Mentre Di Maio cercava di calmare gli animi, al liceo Imbriani di Pomigliano D’Arco c’era un gruppo di manifestanti, erano studenti dell’Uds, lavoratori Apu del Comune di Napoli, Cobas e il Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fca, i quali hanno esposto uno striscione con la scritta: “Per i licenziati di Brusciano solo chiacchiere”.La situazione è rimasta sotto controllo e le Forze dell’ordine hanno presidiato la zona. I manifestanti hanno detto: “Siamo in presidio per contestare le passerelle di Di Maio e il Governo gialloverde”. Matteo Salvini ieri mattina ai microfoni del Gr1 Rai Radio1 ha voluto ribadire la sua tesi che è quella di risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà. E ha aggiunto: “Se costa di più fermare un’opera e tornare indietro, piuttosto che finirla e andare avanti togliendo tir dalle strade, inquinamento dall’aria e aiutando imprenditori e pendolari, non capisco perché bisogna fermarsi”.Il leghista ha chiesto spiegazioni a Di Maio. “dice che finché è al Governo non si farà? Mi spieghi perché? Non ci sono tifosi del sì e del no. Mi spieghi perché, numeri alla mano è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini”. Inoltre ha assicurato che non averrà nessuno scambio Diciotti-Tav.Lascio che ciascuno dei senatori legga i documenti e decida se io ho bloccato gli sbarchi, cosa che continuerò a fare, per la sicurezza degli italiani o per altri ragionamenti. Uno scambio Tav contro Diciotti no, questa è la vecchia politica. Io faccio il ministro, continuerò a farlo con orgoglio. Ognuno pensi a cosa vuole votare in Senato. Io mi alzo e lavoro tranquillo”.Anche la vice ministra Laura Castelli dagli stessi microfoni dichiara di essere contraria alla Tav: “Le indicazioni sono chiare sul contratto di Governo ci siamo orientati in un’analisi costi benefici che, in questo momento, a quanto trapela dal Ministero dei Trasporti, risulta essere negativa. Per noi la Tav è un’opera inutile”. Ma è l’Europa che non vede di buon occhio tutto questo tira e molla, dalla Commissione europea uno dei portavoce ha detto: “Non possiamo escludere, se ci dovessero essere ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati per la Tav, oltre al rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti europei”. Inoltre ha ribadito la posizione sulle incertezze che gravano sulla realizzazione della Torino-Lione. “L’attuale analisi costi-benefici”, a cui lavora il Governo italiano, non è stata richiesta dalla Commissione”, spiegando che l’analisi era già infatti stata presentata in modo congiuntamente alla Francia nel 2015, ricevendo valutazione positiva per l’attribuzione dei fondi dal board della Cef. In ultima nota ha voluto rivordare che si debba badare ai ritardi che già sono evidenti, ricordando che i fondi Ue stanziati per la Tav sono 813,8 milioni di euro. Da Roma al momento non risulta inviata nessuna comunicazione a Bruxelles.