LA TRAGEDIA DEI 5 STELLE E’ ANCHE LA TRAGEDIA DELL’ITALIA

Sulla “Schadenfreude”. Non ci può esserci nessuna “Schadenfreude”, ovvero il godimento delle disgrazie altrui, parola-concetto tedesco, che mi duole ammettere,fa parte della cultura tedesca.Naturalmente parlo del Movimento 5 Stelle, e della disgrazia che un iscritto/attivista di lungo corso, già candidato a Sindaco, una persona stimata da molti attivisti e anche elettori a Roma, sia stato arrestato con il sospetto pare molto fondato di atti corruttivi. E’ una tragedia, non solo per il M5S che evidentemente, con l’espulsione lampo, tenta di rifarsi la verginità anticorruttiva. No, è una tragedia per l’Italia. Non è per lo slogan “un giorno sarà di moda l’onestà”. Ci si poteva riderci sopra, sorridere, e di più. Ma milioni di italiani onesti, lavoratori, tartassati da una burocrazia -italiana- avida di denaro degli altri e spesso pure disonesta nei comportamenti hanno deposto una grande speranza nei “ragazzi” Grillo. Pure il sottoscritto ha visto prima i Meet-up e poi, con crescente riserva il Movimento stesso come un vento positivo in un Paese incrostato, immobilizzato da una vecchia “casta”.Ora dobbiamo notare che il M5S stesso è diventato “casta” con una velocità supersonica. La ragione dovrebbe far riflettere tutti, ma è anche sotto gli occhi di chi vuol vederla: E’ innanzitutto la totale mancanza di democrazia interna, camuffata da una parvenza di “democrazia diretta”, in realtà strutturalmente un grande bluff, per nascondere una struttura da setta piramidale con l’unica comunicazione “top-down” verso una massa di follower, inclusi i parlamentari del Movimento, che a piacere possono esser esposti anche a ludibrio pubblico come nel caso della Giulia Sarti – oggi che veniamo pubblicamente a conoscenza del fatto che le sue foto private del 2013 furono “hackerate” da un computer della Camera del medesimo gruppo e con accesso al database del gruppo.Gli iscritti contano nulla. La grande lezione da trarre è: senza democrazia dal basso all’alto, senza una vera e propria struttura, direi “classica”, con sezioni, congressi, delegazioni, tutto un modo “cartaceo”, un partito/movimento è nelle mani dei sui dirigenti, nel caso del M5S nella mani di una sola persona, l’erede del fondatore, il figlio Casaleggio, pare proprio una dinastia politica che però sta già finendo, appena fondata. La disillusione nel sul elettorato sarà tremenda e porta, temo, da un lato all’abbandono di molti elettori, non certo all’immediato ritorno verso i lidi della “sinistra”, come spera Zingaretti, oppure accelera il passaggio alla fedeltà all’uomo forte, al “Capitano”. Se il M5S alle Europee raggiungerà ancora il 20%, potrà chiamarsi fortunato.Non c’è da gioire però, per nessuno, quando un Movimento di persone che raccoglievano 32% con le promesse dell’honestà si mostra il contrario. E’ l”onestà” come concetto-bandiera politico ad esser compromesso, niente di meno. Ed è per niente una buona notizia.