NEGLI STATI UNITI C’È ARIA DI SOCIALISMO

NEGLI STATI UNITI C’È ARIA DI SOCIALISMO

Uno spettro si aggira per gli Stati Uniti: lo spettro del socialismo. Il 51 per cento dei giovani sotto trenta anni ha un’opinione positiva del socialismo.Di fronte al populismo, che è una risposta politica forte alla crisi attuale del capitalismo, nel Partito Democratico americano prende forza una sinistra socialista che si pone l’obiettivo di un profondo cambiamento dell’economia e della società a favore di larghi strati popolari. Soprattutto negli USA, dove il socialismo per tante ragioni non è mai attecchito, è un fatto sorprendente e positivo. Il richiamo di Sanders è alle grandi politiche fiscali sociali e economiche del presidente Roosevelt. Ma riferirsi apertamente al socialismo democratico, non essendo ormai più un elemento transitorio, rappresenta anche una svolta politica e culturale che farà sentire i suoi effetti negli anni.Il fatto è che la risposta democratica moderata al grande malessere sociale non è più sufficiente e l’idea del socialismo torna ad essere attraente e forte.E in Italia?Da noi, il socialismo non è mai stato, come negli USA, l’ideologia da avversare del grande nemico bolscevico della guerra fredda. Da noi la storia della sinistra socialista e comunista ha caratterizzato la vita politica e sociale della prima Repubblica. L’ispirazione al socialismo è andata anche oltre i partiti della sinistra e ha influenzato altre formazioni politiche come la DC, in particolare l’area cattolico democratica, interagendo con la dottrina sociale della Chiesa, e forze laiche come il Partito repubblicano disposte al dialogo con la sinistra socialcomunista.Tuttavia, dopo il crollo del muro di Berlino e dopo tangentopoli la sinistra socialcomunista non è più stata in grado di rielaborare la propria cultura, politica, fino a lasciare che venisse accantonata con la nascita del PD.Oggi il discorso è diverso: a richiedere la visione di un cambiamento profondo della società e quindi di una critica allo stato di cose esistenti sono masse popolari sempre più ampie, disposte a lottare per un ideale di socialismo democratico in cui libertà e giustizia possano conciliarsi, insieme all’eguaglianza e alla possibilità per gli individui di realizzarsi pienamente.Non ci sarà una ripresa della sinistra senza rilanciare questa sfida.Sul piano politico a me pare che le dure repliche della realtà dimostrano che questo sforzo non si potrà compiere costruendo un ennesimo partitino della sinistra.Come dimostrano i socialisti americani la sfida non può che avvenire dentro un grande partito popolare dentro cui possano convivere orientamenti ideali anche diversi.La domanda che mi faccio, e credo di non essere solo, è se nel PD, diversamente che nel passato, possano esserci le condizioni per un confronto su questi temi.O se, come mi è accaduto, anche il solo affrontarli espone non ad una critica ma ad un rifiuto che non lascia spazio al dialogo, o, peggio ancora, all’essere ridicolizzati e irrisi.È presto, almeno per me, per dare una risposta.Con l’elezione di Zingaretti il clima è cambiato: c’è più rispetto verso le varie posizioni e c’è un ritorno alla discussione politica.Si tratta di vedere se questa apertura è concreta e se si tradurrà in un percorso politico convincente, che significa discutere della natura di un partito nuovo e quindi del suo statuto e del suo programma fondamentale.Non c’è bisogno di aver fretta, perché certi processi richiedono il tempo necessario per realizzarsi. Ma non si devono fare neppure mosse sbagliate che possano pregiudicare una evoluzione che oggi sta nelle cose e che molti a sinistra si auspicano.E intanto che fare?La sinistra socialista può organizzarsi in movimenti e in reti, aperte al contributo di tutti, non iscritti e iscritti ad un partito, sia esso Art 1 o sia esso il PD.La realtà è più varia e più interessante di quanto si possa immaginare, la voglia di ricostruzione della sinistra è più diffusa di quanto possano cogliere logiche troppo politicistiche.C’è un grande lavoro da fare e io mi sento impegnato e motivato.Il primo appuntamento sono le elezioni. Ribadisco la mia convinzione della necessità di una lista unitaria alle europee e di schieramenti unitari di centrosinistra alle amministrative.Non c’è nessuna soluzione alternativa all’unita. Non c’è nessun piano B se non vogliamo altri fallimenti.Ieri, la grande piazza antifascista di Prato, se non mi sbaglio, ha mandato in modo esplicito questo messaggio di unità.A noi spetta di raccoglierlo e rilanciarlo.