ORLANDO E DE MAGISTRIS SFIDANO SALVINI SUL DECRETO SICUREZZA

Arriva da Leoluca Orlando il primo reale guanto di sfida a Salvini sull’applicazione del Decreto sicurezza: secondo il sindaco di Palermo infatti, la parte del provvedimento che elimina la protezione per motivi umanitari e con essa la possibilità di concedere il relativo permesso di soggiorno, concretizzerebbe una evidente e grave violazione dei diritti umani. In una nota il Sindaco riferisce infatti di aver dato disposizione al dirigente responsabile dell’anagrafe di effettuare “tutti i dovuti approfondimenti di natura legale” circa la disposizione, appunto recentemente introdotta dal c.d. Decreto Sicurezza, secondo cui, a seguito dell’abolizione della protezione umanitaria, allo scadere naturale dei permessi di soggiorno rilasciati a tal fine, sia fatto divieto di rinnovo degli stessi e, conseguentemente, sia anche inibita la possibilità di registrazione all’anagrafe dei soggetti titolari. Secondo Orlando questa norma rischia di trasformare dall’oggi al domani in “illegali” soggetti che invece risiedono sul territorio nazionale in maniera del tutto legittima, impedendo peraltro qualunque possibilità di ricerca di lavoro da parte dello straniero che intenda regolarizzare a tal fine la propria posizione. Aggiunge Orlando di aver dato apposita disposizione agli uffici comunali di sospendere l’applicazione della norma in oggetto in attesa del completamento delle verifiche giuridiche necessarie La risposta del Ministro degli interni, ovviamente via social, non si è fatta attendere: secondo Salvini l’iniziativa di Orlando contrasta con il principio basilare di gerarchia delle fonti, secondo cui una fonte rango comunale non può disapplicarne una primaria. Salvini specifica inoltre di non aver intenzione di porre in essere alcun atto di forza, convinto che saranno gli stessi elettori palermitani a giudicare la scelta del proprio sindaco che, in ogni caso risponderà personalmente e legalmente dell’azione intrapresa. Di contro Luigi De Magistris e Federico Pizzarotti hanno dichiarato che anche Napoli e Parma non daranno attuazione alla disposizione del Decreto Sicurezza, allargando così il fronte dei sindaci “obiettori”. Rimane tuttavia il dato formale dell’impossibilità effettiva da parte dei sindaci di disapplicare autonomamente una fonte di rango primario, motivo per cui si prefigura all’orizzonte un coinvolgimento sulla questione della corte costituzionale, unica Autorità in grado di valutarne l’incostituzionalità e, nel caso abrogare la norma contestata