PAPA FRANCESCO: SUGLI ANNI DI PIO XII VIA OGNI SEGRETO

“L’augurio e la speranza ora è che si faccia chiarezza sul ruolo avuto da Pio XII nel periodo della Seconda Guerra Mondiale”, sono queste le prime dichiarazioni del presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, commentando la notizia dell’apertura degli archivi vaticani del pontificato di Pio XII. Dello stesso parere Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha ribadito: “Apprezzabile l’apertura dell’archivio vaticano su Pio XII”.È ormai ufficiale che il 2 marzo 2020 saranno aperti gli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII, a 81 anni esatti dall’elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli del 1939. Ad annunciarlo è stato lo stesso Papa Francesco, ricevendo gli “Officiali” dell’Archivio Segreto Vaticano.Il Papa nel ringraziare il personale per il lavoro “di inventariazione e preparazione della corposa documentazione” iniziato nel 2006 per “desiderio” e sotto il pontificato di Benedetto XVI, ha dichiarato: “Questo costante e non lieve impegno, vostro e dei vostri colleghi, mi permette oggi, in ricordo di quella significativa ricorrenza, di annunciare la mia decisione di aprire alla consultazione dei ricercatori la documentazione archivistica attinente al Pontificato di Pio XII, sino alla sua morte, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958”.Il passaggio non è scontato:“Ho deciso che l’apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall’80° anniversario dell’elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli. Assumo questa decisione – spiega il Papa – sentito il parere dei miei più stretti collaboratori, con animo sereno e fiducioso”. Il Pontefice si è detto convinto che “la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori”. Papa Francesco, annunciando l’apertura dei documenti sul pontificato di Pio XII conservati nell’Archivio segreto Vaticano, ha sottolineato che “la Chiesa non ha paura della Storia, anzi, la ama e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario”.Per il Papa, “la figura di quel Pontefice, che si trovò a condurre la Barca di Pietro in un momento fra i più tristi e bui del XX secolo, agitato e in tanta parte squarciato dall’ultimo conflitto mondiale, con il conseguente periodo di riassetto delle Nazioni e la ricostruzione postbellica, questa figura è stata già indagata e studiata in tanti suoi aspetti, a volte discussa e perfino criticata, si direbbe con qualche pregiudizio o esagerazione”.Oggi, sottolinea ancora il Pontefice, “essa è opportunamente rivalutata e anzi posta nella giusta luce per le sue poliedriche qualità: pastorali, anzitutto, ma poi teologiche, ascetiche, diplomatiche”.Pio XII salì al pontificato in un periodo di grandi tensioni internazionali, con il regime nazista che incominciava a occupare molti territori europei, il Papa tentò invano di scongiurare il rischio di una nuova guerra mondiale con diverse iniziative, fra cui la più famosa è il discorso alla radio del 24 agosto 1939, in cui pronunciò la frase simbolo del suo pontificato: “Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra”. Ma i suoi interventi furono del tutto inutili. Il 1º settembre, la Germania invase la Polonia e il 3 Francia e Regno Unito risposero all’attacco: è l’inizio della seconda guerra mondiale. Papa Pacelli tentò con altri appelli di far cessare le ostilità e organizzò aiuti alle popolazioni colpite e creò l’ufficio informazioni sui prigionieri e sui dispersi. Cercò, inoltre, di distogliere il fascismo dall’idea di far entrare in guerra l’Italia, ma nonostante ciò il 10 giugno 1940 anche l’Italia entrò in guerra. Vari e ripetuti furono gli appelli del Papa in favore della pace. Vanno ricordati in particolare i messaggi radio in occasione del Natale del 1941, 1942 e 1943, in cui Pacelli delineò anche un nuovo ordine mondiale che destò le preoccupazioni delle stesso Mussolini che fin da subito ebbe una profonda antipatia nel confronti del Papa. Secondo alcune ipotesi il Papa avrebbe anche avuto parte in un complotto orchestrato da alcuni generali tedeschi con l’obiettivo di spodestare Hitler in questa occasione il pontefice avrebbe svolto il ruolo di intermediario nei contatti che sarebbero intercorsi tra i cospiratori e la Gran Bretagna. Durante l’occupazione nazista dell’Italia, dopo l’8 settembre, offrì asilo politico presso la Santa Sede a molti esponenti politici antifascisti tra cui Alcide De Gasperi e Pietro Nenni, appellandosi al fatto che la Città del Vaticano era uno Stato sovrano. Non sempre però i tedeschi rispettarono l’extra-territorialità di alcune altre aree a Roma di pertinenza della Santa Sede: nell’inverno del 1943 i tedeschi fecero irruzione nella basilica di San Paolo fuori le mura, dove arrestarono chi vi si era rifugiato, ed è stato scoperto di recente un piano segreto di Hitlerche prevedeva l’occupazione del Vaticano e l’arresto di Pio XII, il quale secondo il dittatore nazista ostacolava i piani della Germania. Una eventualità che preoccupo decisamente Pacelli che per evitare che Hitler ed il regime nazista potessero tenere prigioniero preparò una lettera di dimissioni da utilizzare in caso di propria cattura, dando istruzioni di tenere un successivo Conclave a Lisbona. Secondo alcune fonti nel 1943, quando i tedeschi imposero agli ebrei romani di versare oro in cambio di un’effimera e temporanea salvezza, il Vaticano contribuì fornendo 20 dei 50 chili d’oro richiesti, secondo la testimonianza di Ugo Foà, rabbino capo della comunità romana, il Vaticano fece sapere ufficiosamente che se non fosse stato raccolto abbastanza oro avrebbe prestato la differenza per raggiungere i 50 kg, ma non ce ne fu bisogno. Durante il corso della guerra, nonostante le numerose informazioni ricevute Pio XII non condannò mai né si impegnò mai pubblicamente per fermare le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. Secondo lo storico vaticanista Alberto Melloni, i tedeschi avrebbero invece organizzato il ratto degli ebrei romani proprio per fare un affronto a papa Pacelli. Nel luglio del 1943, dopo il violento bombardamento di San Lorenzo a Roma, si recò nei quartieri colpiti. Durante questa visita eccezionale per il tempo, papa Pacelli spalancò le braccia alla folla recitando il salmo De profundis. Dopo l’armistizio dell’8 settembre e la fuga dei Savoia dalla capitale, Pio XII dovette fronteggiare da solo l’occupazione nazista della città. Negli ultimi giorni di maggio del 1944, i tedeschi si preparavano alla fuga e avevano minato i ponti sul Tevere per impedire alle forze angloamericane di procedere. Fu in questa occasione che il pontefice ammonì: “Chiunque osi levare la mano contro Roma, si macchierà di matricidio”. Il 4 giugno 1944, dopo la Liberazione, ricevette in Vaticano i soldati alleati. La domenica successiva i romani si recarono in massa a Piazza San Pietro a salutare e a festeggiare il Papa, che, di fatto, era stata l’unica autorità, non solo religiosa, ma anche morale e politica, a essere rimasta nella capitale nei mesi bui dell’occupazione nazista. Per questo Pio XII fu anche soprannominato “Defensor civitatis” anche se su di lui resterà il tremendo peso, per alcuni l’accusa, secondo la quale il Papa avrebbe mantenuto il silenzio circa lo sterminio degli ebrei fatto di cui era a conoscenza, essendone stato informato più volte da più fonti. Su questo aspetto, come su altri della controversa e sofferta figura del Papa e di quei terribili anni, la serie infinita di documenti che verrano resi pubblici per poter finalmente dare voce alla verità