REDDITO DI CITTADINANZA. LA GATTA FRETTOLOSA FECE I GATTINI CIECHI

Ai populisti del M5stelle più che i poveri interessano le elezioni; come anche Conte ha detto alla Merkel.Il reddito di cittadinanza è un provvedimento pasticciato che confonde la lotta alla povertà e l’obiettivo del lavoro e che creerà ingiustizie nuove e persino abusi.Ma la sinistra sbaglierebbe tutto se si opponesse con una posizione sommaria e sprezzante a questo provvedimento, che è atteso da larghi strati di non abbienti e che stanzia ben otto miliardi di euro, risorse che sarebbero adeguate per combattere la povertà.Certo era meglio se i governi precedenti, come noi chiedevamo, avessero finanziato di più il reddito di inclusione; ma purtroppo non è stato fatto, regalando così al M5stelle i settori sociali più sofferenti.Oggi perciò, la critica a questa legge, che è comunque di svolta nelle politiche sociali del Paese, dovrà essere puntuale, nel merito, tesa a migliorare e a correggere e non a distruggere tutto o peggio boicottare.Ecco, a mio parere, gli aspetti più problematici.La prima critica riguarda l’assunzione di 6000 cosiddetti navigator che saranno precari e non sufficientemente formati.La seconda riguarda il rischio di incrementare il lavoro nero per ottenere così l’accesso al reddito di cittadinanza.La terza di obbligare ad accettare un lavoro precario anche molto lontano da casa, con il rischio che chi è davvero povero non possa trasferirsi e perda il sussidio.Gli esperti mettono in rilievo anche altre incongruità, come l’insufficiente sostegno alle famiglie numerose. In generale, si sottolinea il rischio che una parte importante dei poveri, oltre il 20 per cento, resti fuori da ogni protezione.Come sempre l’incompetenza e la voglia di far voti dei populisti hanno prodotto questi gravi problemi che ovviamente pagheranno tutti gli italiani.Si era promesso in campagna elettorale un reddito di cittadinanza, 780 euro per tutti, che avrebbe avuto costi astronomici e insostenibili. Quando poi si è dovuto fare i conti con la realtà si è stati costretti a pasticciare, a mescolare cose diverse fino a dare un carattere moralistico al provvedimento; che ormai, più che un aiuto a chi è povero, ha fatto diventare i poveri dei colpevoli, dei fannulloni a cui dare un’elemosina e buttare giù dal divano, individui da sorvegliare e da punire se non troveranno un lavoro, secondo il più classico pensiero reazionario delle classi benestanti.Queste contraddizioni verranno tutte al pettine con il tempo.La sinistra non dovrà avere atteggiamenti arroganti e giudizi liquidatori, ma dovrà essere vigile e propositiva, dando battaglia affinché le misure contro la povertà siano davvero serie ed efficaci. Noi, come Regione Toscana, saremo al massimo collaborativi, ma anche critici sugli aspetti che non funzionano e propositivi al fine di risolverli.Faremo quindi valere verso il governo le nostre prerogative e le competenze che la Costituzione ci attribuisce.