SARDEGNA AL VOTO. PANICO 5 STELLE E SINISTRA ALLA RISCOSSA CON ZEDDA

“No, le amministrative non possono essere lo specchio della realtà politica nazionale”‘ Il solito ritornello trito e ormai consunto che si ascolta ad ogni tornata elettorale, soprattutto da parte di coloro che coi sondaggi non hanno più un feeling particolare. E se prima si poteva gridare al terrorismo mediatico, alle mistificazioni, alle artate creazioni giornalistiche per fare una campagna contraria al vento del cambiamento pentastellato, le elezioni in Abruzzo hanno smontato ogni teoria lasciando sul terreno un ferito gravissimo. Anzi due: uno moribondo, il Movimento 5 Stelle e uno, la sinistra, in prognosi riservatissima. E domenica si replica in Sardegna; si voterà, infatti, per il rinnovo della giunta regionale e del suo Presidente. Il voto si intreccia con la vicenda della protesta dei pastori sardi che sta interessando l’isola e sta coinvolgendo la cittadinanza partecipe attivamente alle rivendicazioni dei loro corregionali. Gli allevatori minacciano il blocco dei seggi elettorali se non verrà risolto il problema del basso costo del latte ovino e caprino. Un tavolo di trattative si è aperto a Roma, gestito, anche questo, dall’onnipresente Ministro dell’Interno probabilmente col desiderio implicito di vestire anche l’abito di Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Al momento nessun accordo pare essere stato raggiunto. Pertanto, la protesta potrà divenire ago della bilancia sulle sorti delle elezioni. I candidati sono : Francesco Desogus – Movimento 5 Stelle, Vindice Lecis – Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani, Paolo Maninchedda – Partito dei Sardi, Andrea Murgia – Autodeterminazione, Mauro Pili – Sardi Liberi , Christin Solinas – Partito Sardo d’Azione, e Centro destra al completo con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, UdC, Massimo Zedda – sostenuto dal centro sinistra con Partito Democratico, Liberi e uguali ed altre liste locali. In realtà pare che la tornata sia un gioco a tre con Solinas, Desogus e Zedda a contendersi il titolo di Governatore. I sondaggi al momento danno in vantaggio il candidato del centro destra, tornato compatto a fare fronte comune dopo le elezioni in Abruzzo e il successo ottenuto. Solinas proviene dal Partito Sardo D’Azione, candidato alle elezioni politiche del 2018 per la Lega al senato nel listino blindato in Lombardia e poi risultato eletto. Per lui campagna elettorale in pieno stile centro destra, con una mobilitazione leghista senza precedenti. Si è passati da “ Prima il Nord”, a “ Prima gli italiani” a “ Prima i Sardi” in un crescendo campanilistico rossiniano, cui ha fatto seguito in questi giorni il traino irrefrenabile dell’ondivago Ministro degli Interni al punto da far circolare i camion vela con impresso il volto di Salvini su uno sfondo di mare incantevole accompagnato, poi, dal nome di Solinas. A chi avrebbe fatto notare al Partito Sardo d’Azione che sostiene Solinas con una lista autonoma, che l’inserimento del partito nella coalizione di centro destra sia una mossa leghista mangiavoti, è stato risposto che trattasi di un accordo culturale prima che elettorale. Contenti loro… Il Movimento Cinque Stelle schiera Francesco Desogus, bibliotecario cagliaritano. In realtà il candidato prescelto dalla ormai famosa consultazione piattaformicola era Mario Puddu, ex sindaco di Assemini. Ma dopo che Puddu era stato condannato a un anno per abuso d’ufficio, lui sì, sottopostosi a giudizio, l’ex sindaco aveva ritirato la sua candidatura. Con una nuova votazione online i 5 Stelle hanno quindi designato Francesco Desogus, uomo pacato che pare non prediligere l’urlo dei vaffa nelle piazze. Tuttavia, nella vicenda sul latte e sulla protesta dei pastori sardi, pare sia entrato a gamba tesa contro la politica “ dell’apparire” del ministro leghista dichiarando apertamente :”Dopo il fallimento dei tavoli di Roma e Cagliari appare chiaro che l’azione di Matteo Salvini è del tutto fallimentare e il motivo è molto semplice: la Lega è dalla parte degli industriali e a loro non chiederà nessun sacrificio per portare il prezzo del latte alla cifra promessa di un euro”. . ( cfr Unione Sarda.it) Coraggiosa affermazione, ma che pare non incisiva per risollevare nei sondaggi le sorti del Movimento dato in caduta libera a livello nazionale. E negli ultimi giorni della campagna elettorale, Desogus rimane isolato, senza il sostegno della presenza fisica dei big del suo partito. Pare, infatti, da indiscrezioni riportate dal Foglio che Di Maio non sarà in Sardegna in questi giorni a dare pubblico sostegno al candidato preferendo, magari, per paura di una ennesima batosta elettorale, osservare da Roma quello che succede e cominciare a gettare le basi per una rifondazione del Movimento. Desta preoccupazione per il Ministro Leghista impegnato nel tour sardo e per i suoi supporters autoctoni e non, la corsa del candidato del centro sinistra Massimo Zedda. Attuale sindaco di Cagliari e sindaco della omonima città metropolitana appoggiato da una coalizione di centrosinistra. Strana la sua ascesa e in origine non vista bene in casa PD. Infatti assieme con altri esponenti dei DS in Sardegna, Zedda non aveva partecipato alla fondazione del Partito Democratico partecipando di fatto alla sua scissione e confluendo, poi, in Sinistra Ecologia Libertà. Nel 2011, infatti, si era candidato a sindaco e aveva battuto alle elezioni comunali del capoluogo sardo proprio il candidato del PD , senatore Cabras. Finito sotto inchiesta della magistratura nel 2013 per un presunto abuso d’ufficio per il conferimento di un incarico a sovrintendente del teatro lirico di Cagliari, è stato assolto anche in appello dopo la richiesta di archiviazione per tutti i procedimenti a suo carico. In un incontro pubblico tenutosi a Milis ( OR), il 24 novembre scorso, Zedda ebbe a dichiarare di essere a disposizione per una eventuale candidatura per il centro sinistra alle regionali sarde. Il Partito democratico non fece attendere la risposta e, ingoiando ogni possibile rospo o mugugno, stante i pregressi comportamenti del sindaco scissionista, investì Zedda della candidatura ufficiale, disdegnando addirittura le primarie usuali in questi casi. Adesso i big nazionali del PD confidano in lui per un rigurgito di orgoglio e per un possibile, sia pur difficile, riscatto in terra sarda. L’impresa sarà ardua. Si è consapevoli di essere i contraddittori pressochè unici di Solinas. Forse una luce in fondo al tunnel si comincia a intravedere. Che sia il sole dell’avvenire?