SECESSIONE MASCHERATA. SALVINI VUOLE CORRERE, DI MAIO FRENA

SECESSIONE MASCHERATA. SALVINI VUOLE CORRERE, DI MAIO FRENA

La proposta dell’autonomia differenziata è ormai in essere da settimane. La bozza di intesa stando al ministro “leghista” degli affari regionali (o meglio ministro delle regioni del nord) sarebbe stata già elaborata. La Secessione mascherata come è stata definita è in atto, riguardando  ben 23 materie su punti nevralgici della nazione, quali cultura, sanità, rapporti internazionali, programmazione e gestione delle autorizzazioni per le fonti energetiche. Dopo lo slittamento della discussione in Consiglio dei Ministri  del 15 febbraio scorso, qualcuno aveva ravvisato una battuta di arresto dell’iter dovuto ai rumors del Movimento 5 Stelle e dei governatori delle regioni del sud. Stando alle dichiarazioni di Salvini, però, il Movimento, invece, sarebbe coeso e d ‘accordo con l’iter seguito  e il rinvio scaturiva solo  da una esigenza di approfondimento. La bozza di disegno di legge da sottoporre al voto e non al vaglio del Parlamento, trattandosi di una procedura rafforzata di approvazione delle intese, dovrà essere recepita dalla Commissione legiferante trasformata in disegno di legge che poi le Camere dovranno approvare a maggioranza assoluta senza discussione. In gergo tecnico/popolare: la politica del prendere o lasciare! Perché come spiegato da autorevoli giuristi e costituzionalisti, nel caso di legge con procedimento di approvazione rinforzata quale questa, il ruolo del Parlamento è solo in funzione notarile, deve solo ratificare quanto di fatto già formalizzato dal governo e poi dalla Commissione. Da qui le critiche nei confronti del  Movimento 5 Stelle  per il suo protratto silenzio sull’argomento. Un silenzio parso in realtà   un bavaglio e, ai più maligni apparso come il corrispettivo per gli innumerevoli emendamenti che la Lega aveva posto sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei pentastellati. Il rinvio a ridosso delle elezioni regionali in Sardegna non aveva dissipato il dubbio che gli alleati di governo intendessero mantenere un patto momentaneo di non belligeranza per non compromettere gli equilibri di esecutivo in vista della kermesse elettorale. Ma i troppi rinvii, della approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa, il rinvio sulla intesa inerente le automomie, devono essere sembrate eccessive al segretario  leghista, tanto che, dopo un incontro ieri al Viminale con i governatori delle regioni richiedenti l’autonomia e il ministro per gli affari regionali,  si è avuta una brusca accelerazione ad un andamento che sembrava volere, invece, rallentare. Ha fretta di concludere il Ministro dell’Interno dopo l’incontro tutto in greenstyle, e non per motivi ecologici, ma per  la partecipazione di soli esponenti leghisti. Alla fine della riunione i governatori e il Ministro Stefani avrebbero ribadito: “Applicheremo quanto previsto dalla Costituzione” ( cfr. La Voce del Nord Est) Lo stesso Salvini avrebbe commentato soddisfatto l’esito dell’incontro:” Stiamo vivendo un momento storico: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia: Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria, Marche. E’ una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese”.( crfr. La Voce del Nord Est). Un gran ritorno all’età pre-unitaria con anni di insurrezioni ,battaglie gettate alle ortiche della Storia, con il sangue sabaudo e meridionale versato invano e con Garibaldi pentito di avere pronunciato a Teano quel fatale “ Obbedisco”! Entro la fine della settimana secondo indiscrezioni si dovrà discutere della questione fra il trio governativo: Conte, Salvini, Di Maio. Nessun favore post batosta elettorale per i cinquestelle da parte del Carroccio. Adesso è il momento per la Lega di battere cassa sui provvedimenti che le stanno più a cuore e non vuole mettere tempo in mezzo alle decisioni. Nessun attendismo in vista delle europee. Avanti a spron battuto, con la riunione col Premier e con l’altro Vicepremier e poi il recepimento e, infine, il voto in Parlamento, in un braccio di ferro psicologico fra i verdi e i gialli che nel Sud hanno il loro bacino di voti e sembrano recalcitranti all’idea secessionista. O forse il Ministro leghista teme che la débâcle pentastellata alle elezioni amministrative sia stata come una doccia fredda che ha risvegliato l’identità del Movimento e che questo, in un rigurgito di orgoglio possa dire:- Muoia Sansone con tutti i Filistei_ e tornare ai vaffa e alla primigenia allergia agli inciuci? E gli scenari potrebbero davvero cambiare.