“VEDIAMO CHI HA LA TESTA PIU’ DURA”

Il Salvini sfida l’Europa con quel linguaggioa cavallo tra la guasconata e l’infantilismo che piace tanto ai suoi sostenitori e che, inutile negarlo, suscita qualche entusiasmo anche tra quelli dei partiti a lui alleati o contigui. Peccato che l’arma vincente in questa sfida non sia la durezza della zucca, con la quale certamente il Salvini sbaraglierebbe Moscovici, Lagarde, Macron, Merkel e molti altri. La partita con l’Europa che i governi precedenti hanno bene o male giocato a partire dalla crisi finanziaria del 2008 e che il Salvini vuole trasformare in una sfida rusticana all’ultimo sangue si combatte sull’economia e sulla finanza, ed è come se nelle sue mani il compare Turiddu della padania si ritrovasse un coltello con un’impugnatura perfetta(il consenso elettorale)ma senza uno straccio di lama. Disarmato, con la gola esposta(il debito pubblico)al pugnale del nemico(lo spread)e per giunta incapace di capire chi sia davvero il suo compare Alfio, perchè non sarà l’Europa a trafiggere il collo di Turiddu e ad inzuppare di sangue(nostro)il terreno tra i fichi d’india della Cunzirìa di Vizzini, saranno gli investitori di tutto il mondo. Nota curiosa: LaCAVALLERIA RUSTICANA, novella di Verga divenuta opera lirica grazie al genio di Pietro Mascagni, è troppo breve per coprire da sola una serata a teatro. E’ per questo che viene tradizionalmente abbinata ad un’altra opera breve, nel titolo quanto mai appropriata per l’analogìa proposta: IPAGLIACCIdi Leoncavallo