AL LICEO ARTISTICO DI PERUGIA SVASTICA NEL VOLTO DI UNA STUDENTESSA NERA

Mentre Perugia grazie al Festival del giornalismo si mostra città in grado di aprirsi al mondo e curiosa di conoscere quello che nel mondo avviene nel campo della comunicazione fa cadere le braccia leggere di una svastica disegnata sul volto di una studentessa di colore in una foto di classe. È accaduto nel Liceo artistico Bernardino di Betto di Perugia, istituto che per sua natura dovrebbe essere il meno incline a queste forme di razzismo: l’arte è stata vittima del nazismo che si scatenò contro quella che definiva “arte degenerata”. Ma un po’ tutte le dittature cercano di imporre la loro visione del mondo agli artisti. Rincuora che i primi a denunciare l’episodio di razzismo siano stati gli allievi del Liceo artistico a ulteriore dimostrazione che in Italia sono i giovani che si ribellano alle discriminazioni. Lo hanno fatto a Foligno i compagni di classe di un bambino nero umiliato dal maestro, recentemente Simone a Torre Maura di Roma che ha fronteggiato gli squadristi di Casa Pound. Ma se è un bene che ci siano giovani che non si adattano allo spirito del tempo, questo non può essere una giustificazione per gli adulti che, invece, hanno il dovere di avere comportamenti e prendere decisioni tali nei quali i giovani possano riconoscersi. E se la preside ha fatto bene a far notare che sono stati gli studenti “i primi censori di tali gesti”, ha fatto altrettanto bene a dire che contro il responsabile saranno presi provvedimenti. E che saranno di ordine educativo consapevole, evidentemente, che quanto accaduto al Bernardino di Betto non è stata una ragazzata ma un grave episodio di razzismo.