E TRUMP CONTINUA A TENER CHIUSO IL GOVERNO FEDERALE

Ci sarebbe anche un vantaggio, a sorbirsi le breaking news: comprendere, attraverso un elementare processo di verifica delle poche notizie alla portata della nostra esperienza, come funziona non solo il sistema dell’informazione ma il potere in generale, che chiaramente si serve dei media per consolidare la sua egemonia. E rispetto alle notizie che vengono da lontano, potremmo riflettere sul loro significato, per esempio collegandole a altri eventi simultanei o passati, invece di limitarci a salivare istintivamente come cani durante un esperimento di Pavlov. Che è invece esattamente quello che la maggior parte della gente fa, dopo decenni di addestramento intensivo alla psicolabilità, con soglie di attenzione ridotte ai 140 caratteri di Twitter, ai tre minuti scarsi di un video di YouTube, alle immagini rigorosamente senza commenti verbali (troppo impegnativi) del social in maggiore espansione fra i giovani, Instagram.Per cui di fronte alla caparbietà di Trump nel pretendere la costruzione di una grande muraglia al confine col Messico, le reazioni sono solo due: i cani addestrati a reagire a una sollecitazione liberal vedono razzismo, quelli addestrati con sollecitazioni nazionaliste vedono una minaccia alla loro identità e sicurezza. Basterebbe invece accorgersi che l’unico effetto concreto dell’ultimatum di Trump è stata la chiusura del governo federale, con interi programmi paralizzati (in particolare quelli di assistenza sociale e di protezione dell’ambiente) e centinaia di migliaia di impiegati senza stipendio. Ora, questo è esattamente ciò che auspicano i “libertarian”, ossia l’ala dura del liberismo, ampiamente sovvenzionata dalle multinazionali: il collasso dello Stato e la sua conseguente privatizzazione totale. Come aveva spiegato Reagan: “lo Stato non è la soluzione al problema; lo Stato è il problema”.Le migrazioni incontrollate vengono insomma artificiosamente incoraggiate dagli stessi che poi le usano per indebolire le comunità, i legami sociali e i vincoli morali, il senso di appartenenza, la solidarietà, i valori comuni e le tradizioni, ossia le uniche armi che i popoli abbiano contro i ricchissimi stronzi che li vogliono opprimere e depredare imponendo l’imperialismo globale del capitale e dei consumi. Ma le masse, abbandonate da intellettuali interessati solo ai talk show e organici alla più avida e inetta classe dirigente della Storia, non vedono la trappola, malgrado la sua evidenza. Avvertono lo stimolo e rispondono di conseguenza, nel modo previsto e programmato.Per questo il primo avversario da abbattere per salvare la civiltà e il pianeta sono questi media, questi social. Basterebbe una rigida regolamentazione.