I PIRATI DEL MEDITERRANEO AL TEMPO DELLA BARBARIE

Una nave mercantile aveva salvato le esistenze ammassate a bordo di uno dei tanti gommoni carichi di migranti che continuano a cercare di attraversare il Canale di Sicilia.Aveva risposto alla legge del mare ed a quella del diritto internazionale salvando delle vite umane probabilmente allo stremo:108 persone di cui 37 donne e 71 uomini.Il cargo li aveva raccolti ma aveva anche deciso di consegnarli a quanti, grazie ai finanziamenti italiani ed in parte europei si fanno gendarmi dei confini occidentali, lungo le coste libiche.Alla notizia che il cargo avrebbe fatto marcia indietro per sbarcare il suo “carico” umano ai libici deve essere scoppiata una disperazione generale che poi si è ben presto trasformata in rivolta.Il pensiero di andare a finire in qualche lager in mezzo al deserto, di tornarci di nuovo, deve aver fatto prendere a qualcuno una decisione altrettanto drammatica: dirottare il cargo e fare rotta verso l’Europa.Il mercantile El Hiblu, battente bandiera della Repubblica di Palau un piccolo arcipelago nell’oceano pacifico, con comandante turco ed equipaggio di soli sei uomini, ha così iniziato procede a una velocità di poco meno di dieci nodi l’ora. Poco si è saputo di quanto sia avvenuto a bordo dopo l’allarme dato dal comandante che avrebbe comunicato di essere stato dirottato.Per molte ore non si è saputo ne di minacce o scontri, non si è saputo niente delle ragioni degli uni né di quelle degli altri.Per molto tempo non si è saputo neppure se tutto fosse accaduto a causa di scafisti armati che vistisi scoperti avevano tentato il tutto per tutto per uscirne fuori. Secondo l’ultimo tracciato definito, la nave era posizionata vicino a Malta quando la Marina militare avrebbe ricevuto ordine di non farla avvicinare.L’ipotesi Lampedusa era stata scartata fin da subito.Salvini questa volta non era disponibile neppure ad un avvicinamento alle coste italiane.Il ministro aveva avvertito: “L’Italia la vedrete solo con il cannocchiale. Non azzardatevi ad avvicinarvi”.Dunque la situazione doveva essere risolta da Malta nel quadro di una questione di competenze difficilmente sbrogliabile.Questioni giurisdizionali ed umane di fronte ad un reato di dirottamento compiuto forse in acque libiche su una nave territorio della Repubblica di Palau. Una situazione senza precedenti avvenuta in un momento in cui proseguirebbe uno stillicidio di partenze dalle coste africane verso quelle europee.Sta di fatto che Malta ha deciso di far intervenire le sue forze speciali che in breve tempo hanno riconquistato l’assoluta controllo della nave merci.Il resto è la storia quotidianaL’ultimo atto ha riguardato l’individuazione dei responsabili del dirottamento.Sono dei migranti di 15, 16 e 19 anni che sono stati accusati da un tribunale maltese di essere i responsabili del dirottamento del mercantile El Hiblu 1, arrivato a Malta il 28 marzo. I tre, si sono dichiarati non colpevoli nel corso dell’udienza che li vedrebbe imputati.I tre migranti dirottatori sono stati incriminati per terrorismo, nonostante loro si continuino a proclamare innocenti. I due minorenni e il maggiorenne, quindi, hanno chiesto di poter essere rilasciati su cauzione che è stata loro negata dal giudice. Il sequestro di una nave è considerato dalla legge maltese come un atto di terrorismo e può essere punito con pene da sette anni a 30 anni. Secondo i resoconti emersi, vedendo che il mercantile li stava riportando in Libia, i tre migranti avrebbero dirottato la nave, per farla proseguire verso Malta. Uno dei migranti sarebbe originario della Costa d’Avorio, un altro della Guinea. Come riportato da Associated Press, nelle ultime ore avrebbe parlato del dirottamento anche il capitano della nave dirottata.Gli immigrati avrebbero inscenato una vera e propria rivolta per non tornare in Libia tanto che “il capitano ha ripetutamente dichiarato di non avere il controllo della nave e che lui e il suo equipaggio erano stati costretti e minacciati da un certo numero di migranti a procedere verso Malta”.Intanto, gli altri migranti tratti in salvo dalla El Hiblu 1 sono in un centro di accoglienza dove sono state raccolte le loro richieste di asilo.