IL 25 APRILE A SENIGALLIA

C’è voluta l’aria un po’ mefitica che tira nel Paese, e in sovrappiù le sciagurate parole di Salvini sulla Liberazione ridotta a “underby tra fascisti e comunisti”, per farmi ritornare convintamente in piazza oggi 25 Aprile. L’ho fatto volentieri, a Senigallia, la città dove sono nato e conto di tornare a vivere: temevo che fossimo in pochi, invece i cittadini hanno raccolto l’invito delle associazioni e riempito piazza Roma; per ricordare, certo, quella data cruciale, e anche per marcare una presenza attiva, un impegno antifascista non formale. “La libertà non si dà, deve essere strappata giorno per giorno” ha scandito uno dei tanti ragazzi delle scuole chiamati sul palco a leggere brani legati al tema della Resistenza e della lotta al nazifascismo. Una cerimonia breve, essenziale, giusta, senza troppa retorica, allusiva ma non strumentale; e sorprende positivamente che il sindaco Maurizio Mangialardi, in una confessione autocritica pubblica, abbia riconosciuto di aver sbagliato, all’epoca, nel sostenere il referendum costituzionale proposto da Matteo Renzi e per fortuna bocciato clamorosamente dagli italiani il 4 dicembre del 2016.