LA FESTA CHE CANCELLA LA VERGOGNA DEL GIORNO PRIMA

Erano davvero in tanti a Milano, tantissimi più che in ogni altra occasione sono scesi in piazza, nelle strade, nei luoghi della Memoria a ricordare l’impegno preso dal Paese, dalla città stessa verso quanti hanno donato le loro stesse esistenze perché tutti potessero avere l’opportunità di vivere in una Repubblica democratica.E pensare che la vigilia le cupe nubi di una provocazione avevano offuscato l’approssimarsi del giorno della Festa.Una vera istigazione neofascista, mercoledì pomeriggio, firmata dagli «Irriducibili» della curva Nord dei tifosi della Lazio, in trasferta a Milano per la semifinale di Coppa Italia contro il Milan aveva raggelato tutti i democratici.Poco dopo le 14, un gruppo di una quarantina di ultrà biancocelesti aveva disteso in corso Buenos Aries, vicino a piazzale Loreto, uno striscione con la scritta: «Onore a Benito Mussolini». A questa azione avevano partecipato anche alcuni supporter dell’Inter nel nome di un preteso gemellaggio.I militanti di estrema destra avevano poi scandito numerosi slogan fascisti accompagnando tutto ciò al saluto romano.Le forze dell’ordine intervenute di li a poco soni riuscite ad identificare una buona parte dei presenti compreso il capo ultrà che era davanti allo striscione e coordinava gli altri.Immediata la condanna del sindaco Giuseppe Sala. «Anche cercando di non drammatizzare, non si può non capire che si stanno superando certi limiti — ha commentato con un post su Facebook —. La denuncia di tutto ciò spetta soprattutto alla politica. A tutta la politica, però. Milano è e resterà sempre una città profondamente antifascista»Altrettanto immediata e composta le reazione di una città simbolo della Resistenza.Una città verso la quale il Paese ha riconosciuto la Medaglia d’Oro per la Liberazione dalla dittatura.Nel volgere di un giorno la Digos di Milano, in collaborazione dei colleghi romani, ha denunciato otto tifosi laziali per manifestazione fascista e un interista per porto di arma impropria, un manganello telescopico. Lo stesso giorno del blitz fascista, grazie alle foto e ai video fatti dai passanti, la polizia aveva individuato 22 persone, di cui 19 laziali e tre interisti. Ma poi, andando avanti con le indagini, la denuncia è scattata per quelli di loro nelle cui auto è stato trovato materiale collegato direttamente al blitz. Sono solo i primi: i passanti hanno anche preso i numeri di targa delle auto sulle quali i neofascisti sono fuggiti.Una reazione ben rappresentata dal primo cittadino, Beppe Sala: “Milano farà sempre la sua parte perché tutti ci guardano e siamo chiamati al dovere di essere la città più antifascista d’Italia”.E la conferma è arrivata il giorno seguente, il giorno della festa per la Liberazione, quanto attorno al sindaco, alle istituzioni della città si sono stretti in oltre settantamila a chiudere il discorso di quanti avevano mostrato una benevola e muta accettazione del raid. Ed in questo contesto la città Medaglia d’oro della Resistenza ha festeggiato il 74esimo anniversario del 25 Aprile 1945 con un programma iniziato di primo mattino, con la deposizione delle corone davanti a monumenti e poi chiudendo con il corteo e la cerimonia in piazza Duomo al quale hanno preso parte oltre 70mila persone. Ed è stato lo stesso sindaco Beppe Sala a collegare le due cose: “Il 25 Aprile quest’anno è una festa più importante che mai – ha spiegato il sindaco -. In questi giorni stiamo vedendo manifestazioni che vanno oltre il limite, come quella di ieri vicino a piazzale Loreto. Per questo dico che quest’anno è ancora più importante”. Sulla festa e sulle contestazioni della Lega Sala ha poi commentato: “Ci sono continue polemiche e la sollecitazione al fatto che non debba essere una festa di parte. Sono d’accordo, ma non è nemmeno di tutti. E’ di tutti coloro che credono nella democrazia e nella libertà come elemento di fondante di una civiltà”.Non sono mancate alcune contestazioni, verso un deputato del Pd, verso anche la Brigata Ebraica che intonava Bella Ciao.E prima della partenza c’è stato un piccolo scontro tra centri sociali e militanti del Movimento 5 Stelle: questi ultimi stavano posizionando il loro striscione in corteo quando alcuni antagonisti hanno provato a strapparlo, trascinando per alcuni metri uno dei grillini che lo reggeva. E’ dovuto intervenire il servizio d’ordine. In corteo tante personalità politiche ed istituzionali.Con il sindaco Sala, era presente il segretario nazionale Pd Nicola Zingaretti, il candidato alle Europee Giuliano Pisapia e il sottosegretario del Movimento 5 Stelle Stefano Buffagni, l’eurodeputata M5S Eleonora Evi, parlamentari ed europarlamentari del Pd e di Leu, tra i quali Laura Boldrini e Nicola Fratoianni di La sinistra. Ci sono anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini – “E’ la festa di tutti gli italiani” – , e quello della Uil, Carmelo Barbagallo. Alla manifestazione hanno aderito partiti (Pd, Prc e Sinistra Italiana, 5 Stelle, tutti nel Comitato permanente antifascista), Cgil, Cisl e Uil, le Acli, così come gli organizzatori della marcia “People”, la Brigata ebraica, i centri sociali, una delegazione di rom e sinti. I Giovani democratici della Lombardia hanno partecipato con un folto gruppo donando fiori ai partecipanti.Per il mondo dello spettacolo presente anche Pif che si è fatto notare per aver indossato la maglia della sezione Barona dell’Anpi: “Salvini e’ andato a Corleone: si è ricordato della mafia proprio oggi?”.Ma fra tutti ha soprattutto colpito il cartello che portava una giovane donna, Alessia Gallione, che meglio di tanti interventi ha saputo raccogliere nel suo scritto il senso e l’orgoglio di una così grande partecipazione: “Guarda nonno, partigiana come te”Milano ha dunque cancellato nel modo più bello e democratico la vergogna del giorno prima.