L’ANTIFASCISMO TARDIVO DI DI MAIO E’ UNA SCENEGGIATA

L’ANTIFASCISMO TARDIVO DI DI MAIO E’ UNA SCENEGGIATA

Ogni giorno il leader M5s scopre cose su Salvini che l’opinione pubblica conosce da tempo: è xenofobo, estremista di destra, omofobo e reazionario. Ma l’alleanza di governo rimane salda. Sta diventando stucchevole (secondo laTreccanicosì si definisce ciò che dà sazietà e nausea) la finta polemica fraLuigiDi MaioeMatteo Salvini. Ogni giorno il leaderM5sscopre cose sul capo dellaLegache l’opinione pubblica conosce da tempo e che ilministro dell’Internonon ha mai nascosto. Èxenofobo, tiepido verso le organizzazioni neofasciste,estremista di destralui stesso, con unapolitica economicache guarda ai ricchi,omofoboereazionarionell’immaginare le famiglie degli altri (la sua se la fa come gli pare e come è giusto che sia). Salvini comicamente accusa Di Maio di essere un fancazzista, sapendo che è questa l’opinione che dilaga sulvicepremiere presentando il proprioattivismocome forma di lavoro ministeriale mentre, essendo esclusivamente rivolto a promuovere il proprio partito con i denari delViminale(viaggi, pranzi,scortepagati per farecomizi leghisti), scambia questa attività per un lavoro. L’ALLEANZA M5S LEGA SI MANTIENE SALDA I due si presentano come rivali, pronunciano ogni giorni un semi-ultimatum ma si tengono stretti l’alleanzache per entrambi dopo ilvoto europeoresterà in piedi. Il più buffo della compagnia è Di Maio costretto a dire semplici verità su Salvinicome se le scoprisse in queste ore. C’è con tutta evidenza nel suo movimento un malessere degli elettori “democratici” che lo sospinge alla polemica oltre che il terrore di essere già entrato in un cono d’ombra. “Di Maio critico verso Salvini è una cosa buona, non so se è seria” Il Di Maio critico verso Salvini è una cosa buona, non so se è seria, perché comunque racconta al suo elettorato che ha creato una alleanzamonstree perché, a furia di predicare sui vizi del leader delCarroccio, può, involontariamente, far saltare il collante che tiene assieme i due partiti. Salvini dal canto suo sente che molto tempo è passato dai furori iniziali. L’aria sta cambiando se persino uno splendidoragazzino di 15 anni mette sotto scacco i suoi carifascistidiCasaPounde se persino ilComando generale dell’Arma, dopo la lunga coraggiosissima battaglia diIlaria Cucchi, si è deciso a costituirsi parte civile contro i carabinieri che hanno sporcato la divisa. PER DIALOGARE CON LA SINISTRA SERVE UN’AUTOCRITICA DEI GRILLINI Capita a Salvini quello che è capitato a tutti i facinorosi di destra: dopo un po’ devono dare cose al proprio elettorato, non più solo nemici da annichilire. Questa difficoltà di Di Maio e Salvini nel reciproco rapporto e nel dialogo con il proprio elettorato potrebbe non riverberarsi nel futuro voto europeo perché a sinistra il cantiere diNicola Zingarettiè stato da poco aperto, le ferite sono tante, lo spirito discissioneè sempre in agguato. Ciò che sta cambiando è lo stato d’animo di parte dellapubblica opinione. I singoli gesti di veroeroismo civilesi stanno moltiplicando e se indicano la presenza di belle persone in questaItaliache ci appare cattiva, vogliono soprattutto dire che si sta rompendo il conformismo cattivista. È per queste ragioni che lasinistranon deve aver paura a presentarsi come sinistra, magari conCarlo Calendaincorporato, ma soprattutto non deve farsi fregare dalla sceneggiata di Di Maio. Icinque stellesono il partito che più assomiglia a una setta, la cosa più lontana dallademocrazia, il produttore di menzogne più instancabile d’Italia. Per immaginare che i pentastellati possano diventare un soggetto di dialogo con la sinistra dovrà esserci un solenne autocritica da parte deigrillinie dovrà anche emergere una nuova leadership. Oggi il dialogo non è possibile e non va fatto. Meglio rischiare un frontale con la coppia reazionaria lagoverno. Si rischia qualcosa ma si investe sul futuro. Grillini e leghisti stanno diventando antipatici alla gente. È già accaduto aMatteo Renzi.