CAMPIONATO CON GARBO. INTER: NON E’ MAI TROPPO ICARDI. ROMA SPARITA, LAZIO ESPLOSIVA

CAMPIONATO CON GARBO. INTER: NON E’ MAI TROPPO ICARDI. ROMA SPARITA, LAZIO ESPLOSIVA

DI DANIELE GARBOMauro Icardi continua a fare notizia, grazie anche al martellamento mediatico di Luciano Spalletti. E a fare le spese di questo duello rusticano è sempre l’Inter, che ora vede in pericolo la qualificazione alla Champions League del prossimo anno.Ma andiamo con ordine e partiamo dalla faticosa vittoria della Juventus su un Empoli che avrebbe potuto chiudere il primo tempo con una paio di gol di vantaggio ed è stato poi castigato dall’uomo del momento, quel Kean che Allegri è (giustamente) preoccupato di tenere lontano dalle troppe celebrazioni. Ma il ragazzo sembra Re Mida e tutto quello che tocca diventa gol. Ha ragione Allegri a gestirlo con attenzione perché il rischio di montarsi la testa in questi casi e a quest’età è sempre dietro l’angolo.I problemi attuali della Juve non sono legati ovviamente a uno scudetto mai stato in dubbio, ma al recupero degli infortunati in vista dei quarti di finale di Champions con l’Ajax, Cristiano Ronaldo su tutti. Il portoghese sta recuperando velocemente, ma sembra improbabile vederlo in campo ad Amsterdam il 10 aprile. Giustamente Allegri ci va con i piedi di piombo, non vuole rischiare ricadute che potrebbero risultare disastrose e quindi è probabile che rivedremo in campo CR7 nel match di ritorno a Torino il 16 aprile, quando potrebbe esserci bisogno dei suoi gol per approdare in semifinale.Anche Dybala è ai box per un risentimento al polpaccio accusato durante il riscaldamento prima della partita con l’Empoli. Anche qui infortunio non grave, ma da maneggiare con cura, perché i gemelli sono muscoli molto delicati. Risultano malconci anche Mandzukic, Spinazzola e Perin: insomma c’è poco da stare…allegri. In mezzo ci sono la trasferta di martedì a Cagliari nel turno infrasettimanale di campionato e la gara interna col Milan di sabato alle 18. Inevitabile un ampio turn over per evitare altri contrattempi e tenere tutti sulla corda.Il Napoli si abbatte sulle macerie di una Roma ridotta ai minimi termini. La squadra di Ancelotti spreca molto nel primo tempo, ma poi archivia la pratica nella ripresa capitalizzando un enorme divario tecnico, tattico, mentale e atletico. Sembrava di vedere in campo due squadre di categorie diverse in un confronto davvero improponibile.La Roma si è dissolta, non è più una squadra, i giocatori camminano mentre gli avversari corrono. Ranieri non ha la bacchetta magica e non può fare miracoli. Come rimettere insieme i cocci di un gruppo senza capo né coda. Forse è già pentito di aver accettato questa Mission Impossible, ma ha un milione (di euro) di buoni motivi per tenere duro cercando di salvare il salvabile. Altro che Champions: se il campionato finisse oggi, la Roma non sarebbe neppure in Europa League.L’abbiamo già detto ripetutamente: il pesce puzza sempre dalla testa. E la testa del pesce Roma è una società inesistente, assente, sbrindellata tra Boston, Londra e il Sudafrica. Totti sembra essere finalmente uscito dal bozzolo e pare avere richiesto per il futuro un ruolo più operativo. Per ora si limita a dire che se avrà più spazio, cambierà molte cose. E’ importante che l’uomo simbolo della Roma senta il desiderio di essere qualcosa di più di un uomo immagine. Nessuno sa se sarà all’altezza di un eventuale incarico di grande responsabilità, ma fare peggio di chi l’ha preceduto è davvero difficile.E veniamo al circo Barnum, cioè all’Inter. Ogni volta che qualcuno vede vicina la soluzione della ridicola vicenda Icardi, succede qualcosa che allontana la fine della telenovela. Sabato la decisione di Spalletti (appoggiato, pare, dalla società) di non convocare l’ex capitano, colpevole di non essersi scusato con lui e con i compagni. Poi la bomba scaricata davanti alle telecamere dopo la sconfitta con la Lazio: “Icardi è rimasto a casa perché non si può mandare un avvocato a trattare il rientro. E poi Mauro non fa la differenza come Cristiano Ronaldo e Messi”.Messaggio inequivocabile, rivolto allo spogliatoio, che è stato alla base dello strappo con l’argentino. Non è dato sapere se questa volta la società abbia gradito il siluro sganciato da Spalletti. Però a questo punto è inevitabile chiedersi se Icardi faccia ancora parte del progetto Inter, oppure se si stia solo cercando di arrivare senza troppi danni a fine stagione, per poi metterlo all’asta come un quadro d’autore.E poi è lecito dubitare che di questo progetto faccia parte lo stesso Spalletti. Perché se è vero che lui ha tenuto a tutelare la propria credibilità di fronte alla squadra, è altrettanto vero che un Icardi in campo nella mezz’ora finale, quando la Lazio si difendeva nella propria metà campo, avrebbe potuto magari trovare lo spunto vincente per arrivare a un pareggio che avrebbe significato moltissimo nella corsa alla Champions League. Ma forse è proprio questo che Spalletti ha voluto evitare: di trasformare il figliol prodigo nell’eroe di San Siro. Quello non avrebbe potuto sopportarlo.Intanto, tra dispetti e sospetti, l’Inter non è più certa del terzo posto e neppure del quarto. E se i nerazzurri dovessero fallire l’invito al tavolo europeo più prestigioso, il destino di Spalletti sarebbe segnato.Se Atene piange, Sparta non e ride e anche in casa Milan hanno poco da divertirsi dopo la seconda sconfitta consecutiva. Il fatto è che i rossoneri si erano arrampicati fino al terzo posto, raccogliendo un po’ più di quanto meritassero, soprattutto grazie a una buona tenuta difensiva e a qualche invenzione di Piatek. Ora stanno pagando dazio perché stanno venendo a galla i limiti del centrocampo e neppure l’attaccante polacco può fare miracoli se non riceve palloni giocabili (come del resto lamentava anche la “buonanima” di Higuain).Alle spalle del Milan sono tornate a premere Lazio e Atalanta, che in questo momento giocano il miglior calcio del campionato. La squadra di Simone Inzaghi deve recuperare la partita casalinga con l’Udinese ed è quindi potenzialmente appaiata ai rossoneri a quota 51, due punti in meno dell’Inter. La Lazio ha mostrato a San Siro personalità da squadra matura, condizione atletica invidiabile e una difesa impenetrabile in cui Acerbi non fa assolutamente rimpiangere DeVrji. Ma il motore di tutto è un formidabile centrocampo, attualmente forse il migliore della serie A, con Lulic, Luis Alberto, Leiva e Milinkovic Savic che garantiscono quantità e qualità in abbondanza.Viaggia a mille anche l’Atalanta, che vince in rimonta a Parma, confermando di essere con la Lazio la squadra più in forma del campionato. Ecco, se in questo momento dovessimo scommettere un euro sul terzo e quarto posto, lo punteremmo su queste due belle realtà che cercano sempre la vittoria attraverso il gioco.Se è appassionante la lotta per la Champions, non meno interessante è quella per la salvezza, dove il Bologna, per la prima volta dall’inizio del campionato, se la stagione finisse, oggi avrebbe la certezza di rimanere in serie A. Decisivo un gol all’ultimo secondo di Mattia Destro, appena entrato dalla panchina, che ha consentito ai rossoblù di Mihajlovic di vincere il derby col Sassuolo.Oltre a quello del Bologna, anche i colpi di coda di Cagliari, Udinese e Spal sono destinati a infiammare le prossime nove giornate. Otto le squadre impegnate a evitare l’ultimo ascensore per l’inferno della serie B: dai 25 punti dell’Empoli, ai 27 del Bologna, ai 28 dell’Udinese, ai 29 della Spal arrivano i pericoli maggiori. Ma neppure il Sassuolo a quota 32, così come Parma, Cagliari e Genoa a 33 possono distrarsi, se non vogliono avere brutte sorprese.Fra martedì e giovedì va in scena l’ultimo turno infrasettimanale prima della volata finale: Milan-Udinese, Genoa-Inter, Roma-Fiorentina, Spal-Lazio e Atalanta-Bologna le sfide più interessanti.