ROMA – UDINESE 1-0. CONTRO L’UDINESE, LA ROMA RITROVA DZEKO
Era un anno che Dzeko non segnava all’Olimpico in campionato. Un anno di follia e delusione, costato il posto a Monchi, Di Francesco e a metà staff medico di Trigoria. Un anno in cui il bosniaco non ha brillato, pur sgomitando ogni partita nella morsa dei centrali avversari, lottatore ma mai incisivo. “Con Dzeko la Roma gioca meglio” si mormora spesso fra radio e tv, e di fatti dopo primi quarantacinque minuti opachi, Dzeko resta in campo, mentre il vivace e inoffensivo Schick è bocciato ancora. Resta in campo e alla fine, come suo solito, la decide, con la zampata della punta, e, ironia della sorte, su grande assist dell’”egoista” El Sharaawy. La corsa Champions è incredibilmente ancora aperta. Per essere però precisi, la Roma ha fatto cinquantacinque orribili minuti prima di riuscire a produrre qualche scintilla. Iniziando dal 4-2-4 iniziale, che al di là della pre-tattica (“Non giocheremo con due punte” diceva Ranieri due giorni fa) non sembra un modulo del tutto bilanciato, come non lo è mai stato con Di Francesco. Zaniolo messo largo non entra nella gara, ostacolato dai ritmi bassissimi dell’inizio. Bene El Sharaawy, “allegro” Schick, che tuttavia conferma la sua fobia del pallone. Fa tutto bene fino al momento esatto in cui colpisce la palla. Per un calciatore, questo potrebbe essere un problema. Il reparto difensivo è quel che è: fra assenze e squalifiche giocano insieme Jesus (a destra), Manolas, Fazio e Marcano (a sinistra). Se Jesus è nel panico, Marcano va molto meglio esterno che centrale. Non fa buchi colossali e mette anche un paio di palloni interessanti in mezzo. Rispetto a quel che abbiamo visto fin’ora, è oro. La Roma tuttavia non gira, non ha fraseggio schiacciata al centro dalla superiorità di ritmo e di uomini avversaria. De Paul guida i suoi all’arrembaggio unendo qualità e quantità, una sorta di mezz’ala anarchica, Okaka si stacca dai centrali per fare il trequartista e Lasagna cerca di occupare la profondità. L’Udinese è mediamente ordinata, brava nel fraseggio in uscita, e a soffocare a centrocampo il blando gioco giallorosso. Il primo tempo finisce sullo zero a zero, senza eccessive emozioni. Il secondo tempo inizia come il primo per un dieci, dodici minuti, ma si assiste ad una lenta ma costante accelerazione del gioco da parte dei giallorossi, che prendono lentamente campo e palla, iniziando a schiacciare i friulani nella loro trequarti. Essenziali gli ingressi di Florenzi per Juan Jesus e di Pellegrini per Schick. Se l’esterno dà solidità e quella spinta che con Jesus non c’era, il centrocampista dona quell’inventiva che, con Zaniolo sacrificato sull’esterno, mancava al centrocampo e al fraseggio romanista. Così pressa qui, pressa lì, verticalizza qui e crossa lì, la Roma accumula possibili occasioni fino a che El Sharaawy non la tocca splendidamente d’esterno per Dzeko, mandandolo solo contro Musso per il gol che scongiura un triste anniversario. Cosa buona, per una volta, è che la Roma non solo accelera ma mantiene il ritmo, quasi costante, fino alla fine. L’Udinese si affloscia, dopo una prima metà qualitativa non regge ad un minimo di ritorno di fiamma giallorossa, e cedono forse un po’ troppo facilmente. Il forcing atteso nel finale non arriva, e i friulani non riescono a riprendere i buoni scambi della prima metà. La Roma vince e si rilancia, grazie agli insperati assist delle diretti concorrenti, nel vivo della lotta Champions, pronta a gustarsi Milan – Lazio sul divano tifando per il pareggio. “Sarà un particolare” dice Ranieri nel post-partita “A decidere qualche squadra andrà in Europa”. Un dettaglio, insomma, una palla in mezzo, un rigore, un errore. “Un gol di Dzeko”, stanno sperando tutti insieme i romanisti.
