PER NON DIMENTICARE BERLINGUER
È importante, è un buon segno che oggi molti esponenti della sinistra e non solo di essa ricordino Enrico Berlinguer, le sue idee e le sue coraggiose scelte politiche.Solo pochi anni fa questo non avveniva. Anche a sinistra si tendeva piuttosto a “dimenticare Berlinguer” o a criticarlo perché aveva posto la questione morale o rivendicato la diversità del PCI, o per il suo essere stato sempre dalla parte dei lavoratori.Dunque è un bene che ci sia questa riscoperta che può contribuire a dare una mano alla sinistra per uscire dalle secche in cui si trova.Personalmente, considero Berlinguer un classico del pensiero del comunismo e del socialismo democratico, a cui ispirarsi nel presente per trovare i riferimenti, il metodo delle analisi e le idealità per un’azione politica volta alla tutela degli emarginati, alla emancipazione delle classi lavoratrici e alla lotta per la costruzione di una “società in cui siano affermate tutte le libertà fuorché quella dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo”.I discorsi, gli articoli, gli interventi del leader dei comunisti italiani sono davvero una miniera di spunti e di intuizioni politiche che, come accade per un classico, superano le contingenze di un certo periodo storico e si rivelano attuali, parlano ancora a noi, ci aiutano a rispondere agli interrogativi del nostro tempo.Tuttavia, mi sembra che manchi una pubblicazione che raccolga in modo adeguatamente ampio i suoi scritti, corredata da un rigoroso apparato critico.Togliatti, nell’immediato dopoguerra per costruire il partito nuovo, si preoccupò di far pubblicare i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci.Oggi, una sinistra che voglia rigenerarsi e tornare alle ragioni fondamentali che ne giustificano e ne motivano l’esistenza, dovrebbe sentire l’urgenza di un serio lavoro editoriale su Enrico Berlinguer.Spero che il PD voglia fare questo sforzo e che un gruppo di intellettuali sia disposto a dedicarvisi.Si chiama, se non sbaglio, lotta per l’egemonia culturale e politica.
