SEGNI DI VITA SUL PIANETA EX ROSSO

Gli scienziati della politica ne avevano teorizzato l’esistenza e dal 3 marzo scorso, giorno della nomina di Zingaretti a segretario, avevano puntato i loro strumenti di osservazione fin nei più reconditi anfratti del pianeta PD. Oltre tre mesi di improvvise speranze e cocenti delusioni, e proprio mentre si stava per catalogare il corpo celeste come un ammasso di detriti inerti di provenienza eterogenea e contraddittoria tenuti insieme da una forza di gravità non bene identificata è arrivato un segno di vita tanto piccolo quanto inequivocabile: i “renziani” sono fuori dalla nuova Segreteria. Auspicabilmente l’inizio di un nuovo corso che non poteva comprendere nella dirigenza quel gruppo ridotto da Renzi ad una specie di guardia pretoriana utile solo a proteggere le escursioni del “giglio magico” in area liberista e spesso troppo vicina ai confini dell’etica, della morale e persino del codice penale. Idee nessuna, quelle del capo erano più che sufficienti. Niente più fedeli scudieri come Marcucci, Giachetti o Morani per non parlare del suicidio assistito di Luca Lotti, annegatosi nei traffici di influenze e nelle millanterìe.Al suo posto una compagine fresca e preparata idealmente rappresentata da Andrea Orlando, uno dei pochissimi che ancora conserva qualche memoria di quella forza di gravità menzionata prima, quella che fece grande il PCI. Se son rose fioriranno e al momento non ne abbiamo alcuna garanzia, ma quella fogliolina che serviva per alimentare qualche speranza è spuntata e nessuno lo può negare.Speriamo non appassisca al primo sbalzo di temperatura.