ANGELI, DEMONI, ORRORE E PIETÀ IN VAL D’ENZA

DI CLAUDIA SABAPandori, scarpe da ginnastica, bambole di pezza, peluche.Barbie.Lettere.Storie di piccole vite annullate.Di voci spezzate.Accantonate in un angolo e lasciate lì, nascoste al mondo.Di bambini sempre più soli.Spaventati davanti a un dramma, così grande per loro.“Loro”, i bimbi, invisibili e muti.Le famiglie naturali, sempre più impotenti davanti ad un male impensabile.Fatto di solitudine, povertà, impossibilità a reagire alle ingiustizie di personaggi troppi potenti, troppo forti da combattere.Personaggi che tenevano in pugno le vite di uomini, donne e bambini.Con l’arroganza di chi può permettersi il lusso di fare tutto.Anche decidere della vita altrui.Come un Dio, per chi crede, o come un despota, un dittatore, un negriero.Un “Demone”, appunto.“Angeli e Demoni”, l’inchiesta di Reggio Emilia, è la storia di una coscienza che non c’è più.Dove il degrado più grande è dalla parte opposta.In quella parte di persone che si ritiene saggia e colta, erudita a tal punto da poter disporre a piacimento della vita altrui.Piccini dati in affido a coppie omosessuali amiche, manipolati per annullare la presenza dei veri genitori dalla loro vita.Secondo l’ordinanza firmata dal Gip Ramponi, Marietta Veltri, coordinatrice del servizio sociale dell’Unione val d’Enza, in una intercettazione telefonica del 7 gennaio 2019 con la dirigente dei servizi sociali dell’Unione val d’Enza Federica Anghinolfi, diceva: “Giacciono qua per mesi…nessuno glieli consegna perché dicono che è meglio non consegnarli. M.P. dice che per F. , un minore allontanato, continuano a portare i regali e lei ha detto a tale F. che se non vuole dire direttamente al bambino che si tratta di regali del padre e della mamma almeno occorre dare i regali alla casa famiglia e poi vedranno loro cosa farne”. “Caro papà, mi manchi tanto. Spero che ci rivedremo al più presto possibile. Vorrei che tu portassi uno dei tuoi splendidi regali. Mi potresti scrivere un biglietto o un messaggio piu spesso, perché di te non ho ricevuto nessun biglietto e quindi mi sono chiesta il perché. Quando avrai finito di leggere, per favore, prendi immediatamente carta e biro e mi scrivi una bella lettera. L’aspetto con tutto il cuore, ti voglio un bene gigante e infinito”.La lettera non arriverà mai a questo padre che, il 4 febbraio di quest’anno riferisce agli inquirenti di non averla mai ricevuta.La lettera è rimasta lì, tra i tanti oggetti accantonati, tra altre lettere scritte da bambini smarriti, tra lacrime e incredulità.Tra l’orrore di cui siamo capaci, a volte, noi umani.