VILLAFRATI (PA), PROCESSIONE CON INCHINO ALLA CASA DEL BOSS

A Villafrati,comune di poco più di 3000 anime nell’hinterland palermitano,domenica scorsa si è tenuta la processione religiosa del Corpus Domini.Culto particolarmente sentito dai villafratesi che vi partecipano numerosi. Giunta poi agli onori della cronaca per via dell’omaggio, riverenza oinchino, dovuta alla sosta del Santo dinanzi alla casa del capomafia locale, Ciro Badami, un fedelissimo di Bernardo Provenzano. Una sosta non prevista ma voluta da don Guglielmo Bivonache nell’occasione ha scambiato pure un saluto con la moglie del boss. Un atto di riverenza che non è piaciuto al primo cittadino che, insieme al maresciallo ha immediatamente abbandonato il corteo religioso.“Se fosse stato un mio assessore lo avrei già cacciato”ha dichiarato il sindacoche dell’antimafia ha fatto la sua bandiera politico-amministrativa. “Villafrati ha fatto ormai da anni delle scelte chiare, che non cambieranno di certo per i comportamenti di poche persone”. L’episodio, segnalato alla Procura, è ora al vaglio degli inquirenti. Non è la prima e non sarà l’ultima volta delle processioni con inchino.Episodi analoghi si sono verificati negli ultimi anni non solo in Sicilia ma anche in Calabria (Vibo Valentia e Polsi) a testimonianza di unacommistione sempre più presente tra religione e criminalità.La Conferenza episcopale regionale, per evitare fatti analoghi, ha predisposto un vademecum nel quale sono contenute le direttive per i sacerdoti. Direttive che spesso vengono ignorate. Per tornare alla riverenza, come nel Corpus Domini di domenica scorsa