A BRUXELLES M5S FA LA RIVOLUZIONE, A ROMA FA CONFUSIONE

A BRUXELLES M5S FA LA RIVOLUZIONE, A ROMA FA CONFUSIONE

Bello essere contro il sistema. Bello non voler cadere nella trappola mortale della politica dei piccoli poteri e delle gerarchie. Bellissimo non imporre decisioni dall’alto, ma farle proporre dal basso. Quando, pero’ , tutto questo si traduce nel classico “una mano non sa cosa fa l’altra”, quasi viene da rimpiangere l’apparato vecchio stampo, che sara’ anche illiberale, ma ogni tanto mostra bene il vantaggio dell’efficienza. Si parla del Movimento 5 Stelle, che ieri ha vissuto una giornata di allegra schizofrenia. A Roma accadeva tutto e il contrario di tutto, L’ex ministra Grillo rilasciava dichiarazioni dinamitarde nelle quali accusava Luigi Di Maio di non essere (più’) in grado di restare efficacemente al comando politico del Movimento. Di Maio, invece che fare quel che un leader di partito dovrebbe, cioe’ in pubblico far spallucce, in privato far chiamare i direttori di giornali dicendo che se avessero continuato a dar voce alla Grillo si sarebbero scordati qualche buona notizia di prima mano, reagiva dicendo che non avendo piu’ tre deleghe ministeriali, ma una sola ,si sente perfettamente in grado di restare alla guida. Come ammettere che per i 14 mesi del governo con la lega aveva lasciato il Movimento al suo destino. Come non bastasse la senatrice grillina Vono annunciava di volersene andare col nuovo partito di Renzi, servendo su un piatto d’argento l’occasione alla Lega per tirare fuori di nuovo la faccenda dei 20 e passa parlamentari 5 Stelle che sarebbero pronti a fare le valigie. Bene, mentre si consumava tutto cio’, a Bruxelles, nel silenzio quasi generale e soprattutto nel silenzio dello stesso Movimento 5 Stella nazionale, una manipolo di parlamentari europei pentastellati lanciava una proposta tutt’altro che di secondo piano: l’istituzione di una Procura e Corte Europea per i reati contro l’ambiante. Mica robetta da poco: un’idea forte, per certi versi rivoluzionaria, di sicuro una scossa per le istituzioni comunitarie in un momento in cui le tematiche ambientali sono al centro dell’interesse collettivo e dell’informazione. Ma non è tutto qui, infatti al tavolo era presenta anche il delegato del Consiglio Regionale veneto Jacopo Berti che portava un’appendice alla proposta, non solo interessante, ma per la sua impostazione, abbastanza esplosiva : la candidatura di Venezia – in quanto città simbolo del delicato equilibrio ambientale -come sede della nuova istituzione europea. In sala c’erano i corrispondenti della agenzie e dei principali quotidiani, decisamente interessati,. eppure- il giorno dopo – non è uscito un solo rigo. Ora, per carità, la politica , nelle sue dinamiche, è piu’ insondabile dei rapporti tra marito e moglie, ma l’impressione è che dentro al Movimento 5 Stelle si stia vivendo una stagione nella quale l’incoerenza regna sovrana, con politica nazionale, locale ed europea che vanno ognuna per suo conto. Puo’ essere che da un giorno all’altro qualcuno salti in piedi a prenda in mano la situazione, ma c’è da augurarsi che accada subito, perche’ quando le beghe interne a un partito, le tensioni su ruoli e poltrone, oscurano iniziative come quella presentata a Bruxelles che promuoveva una città italiana per un ruolo importantissimo, vuol dire che sono saltati i minimi requisiti di efficacia nell’azione politica.