A PROPOSITO DELL’ARTICOLO 18

A PROPOSITO DELL’ARTICOLO 18

Per quella che è stata la mia esperienza lavorativa dovrei essere contrario all’articolo 18, ovvero all’obbligo di riassunzione in caso di licenziamento illegittimo. Innanzi tutto occorre sapere che il numero di lavoratori che hanno usufruito della sua protezione sono pochissimi rispetto alle moltitudini che hanno perso il lavoro per altre cause.La seconda cosa che va tenuta presente è l’inefficacia di una riassunzione obbligatoria visto che il dipendente indesiderato rientrerà in azienda soltanto per diventare vittima di mobbing e di ogni genere di provvedimenti intesi a rendergli la vita impossibile.La terza cosa viene da una mia esperienza diretta, quando il giudice del lavoro mi costrinse per un irrilevante vizio di forma a riassumere e ad indennizzare cospicuamente quattro dipendenti rei confessi che avevano rubato all’azienda migliaia di litri di benzina. E invece no, cazzo. L’articolo 18 non è un inutile souvenir della sinistra vecchia e polverosa. La reintroduzione dell’articolo 18, oggi più che mai, sarebbe l’unico discrimine tra un lavoratore ed una chiave inglese, un tornio, un registratore di cassa che non servono più. E a nulla valgono gli indennizzi monetari, anche gli strumenti di lavoro obsoleti comportano un costo per la loro rottamazione. Ma noi siamo persone, non strumenti. Nessun totem, l’articolo 18 è un principio che deve essere reintrodotto a presidio della dignità umana.