DI GOVERNO, NUOVI PARTITI E NARRAZIONI DA PRENDERE CON LE PINZE
Io l’ho vista così.Il PD suo malgrado era disposto da subito a fare sto Governo coi 5S. Intanto perché lo chiedeva il Presidente della Repubblica, non avrebbero mai detto no a Mattarella. Quindi perché obiettivo sollecitato da più parti, Chiesa inclusa, era arginare un Salvini fuori controllo. Poi quando mai ricapitava di tornare a occupare posti strategici e di avere la regia di altri posti strategici a venire. Certi treni non passano tre volte. E Bettini lo sa bene.Oltretutto Governo vuol dire provare a riprendersi Roma o quanto meno un pezzo.Non ultimo per completare l’opera di disinnescamento dei 5S avviata dalla Lega (a facilitare la quale ci si è messo lo stesso 5S con scelte folli dettate solo da sete di potere). Ma, un po’ per fare scena con i militanti, un po’ per tirare la corda coi 5S e portare a casa più posti, la direzione del PD fa un po’ di moine, tranquillizzando però il Presidente (ci pensa soprattutto Franceschini che fa un po’ il sagrestano, un po’ il messo papale).Al momento stabilito avrebbero detto si. Matteo Renzi tutto questo lo sapeva bene.Un uomo adulto, con senso del partito sarebbe stato al gioco zitto e muto, lasciando a chi è deputato a parlare la scena (il segretario, i capigruppo ecc). Soprattutto avendo deciso già di costituire un nuovo partito e pure il nome.Invece lui che fa? Inizia a rilasciare interviste. Perfino in sedi ufficiali prende lui la parola. Soprattutto esprime subito una posizione apparentemente contraria a quella del partito, di fatto opposta alla sua teoria dei popcorn.Lui so sa bene come andranno le cose e che non sarà lui l’interlocutore del nuovo Governo. Capovolge il tavolo, sostenuto dai salvagente giusti (che intanto tessono subito un nuovo storytelling in suo supporto) anticipando la scelta che il PD avrebbe fatto comunque, l’unica possibile: dire si al Governo.Fa apparire Zingaretti come quello che vuole le elezioni (quando sta solo negoziando) e il suo partito (che sa di lasciare fra poco) come quello che vuole consegnare il paese a Salvini (quando lui ci avrebbe fatto un Governo insieme già un anno fa), si intesta una scelta che il PD avrebbe fatto comunque, per apparire come stratega vincente, uomo delle istituzioni.Lo sa il PD. Lo sa perfino il M5S che a un certo punto finge la rottura e alza la posta.Altro che favorire l’accordo, Mister gne gne rischia di comprometterlo. Per fortuna sua e del PD, ci sono Mattarella da una parte e dall’altra un movimento di sprovveduti che punta a salvare poltrone che non avranno più. Da subito i media polarizzano il confronto: “Matteo contro Matteo” (sarà il prossimo mantra fino a elezioni) per costringerci a votare o l’uno o l’altro. Lo sappiamo da mo.Dalle nebbie del silenzio, l’editore che diceva di avere la tessera n. 1 del PD torna a parlare. Rilascia una intervista apparentemente senza senso contro questo Governo: ma come De Benedetti contro Renzi? Ingenuo chi ci casca. Alla fine il Governo si fa.Renzi riesce a piazzare tanti dei suoi ma non gli basta. Ricomincia con gli storytelling a colpi di spin doctor (facile quello di Bellanova).Vuole di più.Il nome del partito è già pronto.Forza Italia è in subbuglio.Calenda è Calenda.1,2,3 via. In poco più di un anno di Governo, il M5S ha rimesso al centro 2 che gli elettori avevano fatto fuori: Matteo e Matteo. Ovvero i due cavalli su cui punta proprio quella kasta che loro dicevano di combattere. Complimenti! Ora tocca a noi vigilare.Al prossimo giro di elezioni mi raccomando crediamo alle narrazioni, da qualunque parte siano costruite.
