E LAURA BOLDRINI RIENTRA NEL PD

E LAURA BOLDRINI RIENTRA NEL PD

Il 4 marzo 2018 ho votato Potere al popolo alla Camera e Liberi e Uguali al Senato. Era una scelta che avevo maturato da tempo: un voto agli uni e uno agli altr…i, quasi per protesta, perché non avevo digerito una divisione alle urne che ritenevo senza senso e controproducente per tutti, visto che entrambe le formazioni si presentavano in alternativa al Pd.Solo che dovevo scegliere come dividere il voto. Nel mio collegio, capolista per LeU alla Camera, c’era Laura Boldrini. Quindi optai per Potere al popolo. Non avevo ovviamente la palla di cristallo, ma l’idea di dare il mio voto a chi prima o poi, forse prima che poi, sarebbe entrato nel Pd – perché chi segue la politica lo poteva prevedere, eccome – non mi andava. Altrimenti tanto valeva votare direttamente Pd.Per carità, tutto legittimo, peraltro Boldrini incarna molte battaglie che condivido. Però dire oggi «non è più tempo di piccoli partiti», dopo che quei piccoli partiti ti hanno eletto, lo trovo un po’ furbesco e ingeneroso. Forse, se sono rimasti «piccoli partiti», servirebbe autocritica. Ma quella non se la fa mai nessuno né nessuno si domanda mai quanto sia dannoso, per la serietà della politica, questo tipo di scelte a senso unico. Ovvero: sempre guadagnandoci qualcosa, mai perdendoci.