IL DISCORSO ALLA CAMERA DI GIUSEPPE CONTE

IL DISCORSO ALLA CAMERA DI GIUSEPPE CONTE

E se qualcuno voleva da Conte una profonda autocritica per il governo gialloverde che ha presieduto, eccolo servito nei primi tre minuti. Un discorso fiducioso e di ampio respiro per gli amici, cerchiobottista e ruffiano per i nemici. Promesse precise nessuna, a parte l’ampliamento degli asili nido e l’azzeramento del loro costo entro l’anno prossimo. Buone intenzioni invece tante e quasi tutte ben collocate nell’alveo di un governo di centro-sinistra. Seppur ammorbidita dal riferimento alle osservazioni di Mattarella, condanna senza appello dei decreti sicurezza che, cito a memoria “hanno squilibrato l’ordinamento preesistente sulla materia”. Qualche ammiccamento di troppo verso i partiti che lo sostengono e qualche elemento spurio o poco chiaro, ma nel complesso un buon discorso per quanto buono possa essere un discorso inteso ad ottenere la fiducia del Parlamento. Dichiarazioni programmatiche a 360 gradi con un buon quoziente di discontinuità, puntualmente disturbate dalla inconcludente gazzarra dei fascioleghisti ai quali, per dirla in maniera meno formale, ha fatto un culo come una capanna.