IL SINODO OGGI, CON UNA CHIESA PIÙ CHE MADRE, SORELLA

Dicono che l’amore, la vicinanza fra sorelle sia più potente di quello verso la madre Dicono che sia un patto non scritto fatto di etica ed emotività senza confini.Ed il Sinodo sull’Amazonia in questa nuova giornata pare rafforzare queste convinzioni. E tocca alle donne evidenziarlo, a farsi nuovamente protagoniste: “Al Sinodo siamo 40 donne, ma dietro ogni donna ci sono tante altre donne, come quelle che hanno partecipato al processo di ascolto pre-sinodale”, fa notare nel suo intervento suor Gloria Liiana Franco Echeverri, dell’Ordine della compagnia di Maria Nostra Signora, presidente della Clar, la Confederazione latino americana dei religiosi. E rispondendo ad un domanda sul ruolo della donna oggi nella Chiesa, sottolinea che “non è una questione di potere, ma di partire dal servizio, dal dono di sé. La Chiesa ha un volto femminile, è madre, è maestra, ma in questo tempo è fondamentalmente sorella e discepola. Abbiamo tutto un cammino da percorrere, nel quale non siamo le protagoniste. La Chiesa è in discernimento, e il culmine non sappiamo se sarà questo tempo o un altro: continuiamo come fratelli e sorelle, perché il volto delle donne nella Chiesa possa essere sempre più nitido”.Solo da questa visione, spiega questa donna che ha scelto il cammino nella Chiesa, si può “riconoscere e valorizzare il ruolo speciale di noi donne nella Chiesa, come teologhe, catechiste, animatrici”.A lei domandano del tema della violenza contro le donne, suor Gloria risponde che: “Non c’è un popolo che ne sia esente”. E in Amazzonia, le forme di violenza più diffusa sono “la tratta delle persone, molto legata al tema delle migrazioni e allo sfruttamento sessuale delle donne; la violenza tra le mura domestiche, legata ad esempio all’alcolismo; la negazione del diritto, della possibilità di studiare e dell’accesso ad una sanità efficiente”. C’è, infine, il tema dell’uccisione delle donne, come le religiose assassinate “perché hanno abbracciato la causa della difesa dei poveri e delle popolazioni indigene. Sono donne, religiose, martiri, che hanno fecondato la terra amazzonica con il loro sudore e il loro sangue”.