INDIETRO TUTTA: INCARTATI SUI NOMI

Indietro tutta dopo la telefonata intercorsa oggi tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio che sembrava aver riaperto la trattativa tra Pd e M5s per provare a costruire di un nuovo esecutivo.Passate poche ore e nel pomeriggio ecco nuove pesanti nubi.Addirittura ci sarebbe chi dice che la situazione è nuovamente precipitata.Ben oltre la dialettica di una trattativa che spesso porta alle estremità.Il nodo è sempre la figura di Conte ed il suo ruolo che per i grillini è ormai diventata fondamentaleZingaretti ribadisce il suo no: “L’Italia non capirebbe un rimpastone, il mandato della segreteria è per un governo di discontinuità e discontinuità è anche cambio di persone”, ha detto il segretario del Pd che però non chiude le porte ad altre vie: “Non crediamo nella formula del contratto, bisogna costruire un programma utile. Incontriamoci da domani e parliamo sui contenuti, senza veti e ultimatum”. Su questo punto però Movimento Cinque Stelle è irremovibile ed in una nota replica seccamente che “la soluzione è Conte, il taglio dei parlamentari e la convergenza sugli altri 9 punti posti dal vicepremier Luigi Di Maio. Non si può aspettare altro tempo su delle cose semplicemente di buon senso. E’ assurdo. L’Italia non può aspettare il Pd”.C’è una possibilità che i grillini facciano forza di un punto su cui Renzi potrebbe ormai essere sensibile ma insistere su questo punto può far dire di essere sul punto di far esplodere la situazione. Luigi Di Maio nel frattempo, ha smentito, le voci che parlavano di un’offerta scambio fatta a Zingaretti: Conte a Palazzo Chigi e al Pd la maggior parte dei ministeri chiave di un eventuale esecutivo con M5s. In questo modo, dicevano le indiscrezioni, si sarebbe realizzata la discontinuità chiesta dal segretario Zingaretti.Altre possibilità potrebbero vedere Conte nel ruolo di commissario europeo, oppure come ministro degli Esteri, ma tutto ciò visto il contingentamento dei tempi sembrerebbero ipotesiBen poco rimane per discutere sui temi che interessano il PaeseCi si incarta sui nomi quando tutti dicono che i nomi non contanoCi si incarta sui nomi mentre la Lega aspetta tutti sulla porta di casa, aguzzando la canna con un coltello ben affilato