NON DURERÀ “MILLE ANNI”

Il nuovo ponte di Genova è pur sempre cemento + acciaio Lascia molto perplessi, per non dire sconcertati, l’afermazione di Renzo Piano sulla durabilità del nuovo ponte di Genova: mille anni. Si tratta sicuramente di un’exaggeratio, un’amplificazione retorica, Piano ha semplicemente aggiunto uno zero. Peccato che nessuno lo rilevi e la faccia passare per veritiera. Piuttosto, è inquietante che tale affermazione passi inosservata in un contesto trionfalistico. Non può essere considerata credibile, in fondo è il solito ponte con anima d’acciaio rivestito di cemento armato, il quale, per quanto di eccellente qualità possa essere (come quello usato per i grattacieli esposti alla salsedine in città marine), ha i suoi limiti nel fenomeno della carbonatazione, ossia l’assorbimento dell’umidità da parte del cemento che poi, trasmessa all’acciaio, lo fa arrugginire, quindi dilatare, spaccare il cemento che lo avvolge e rendere insicura l’opera. Per allontanare nel tempo simili conseguenze, ormai evidenti in tutti i ponti italiani dopo qualche decennio di vita, oltre alle varie tecniche di coibentazione, occorre probabilmente cambiare più spesso il cemento di rivestimento dell’acciaio, ogni 20 anni, più o meno, in modo che la penetrazione dell’umidità ne risulti rallentata nel tempo. Certo non mille anni, al massimno potranno essere 200. Comunque un’inezia di fronte a certe opere della Roma antica realizzate col mattone pieno. Costa molto, ovviamente. Allora perché non dirle queste cose. Ecco, il progetto di Piano ha un senso per la maggiore facilità della manutenzione rispetto a quello di Calatrava, molto più bello ma anche più complesso e di manutenzione più difficile e costosa.