PIÙ CHE UNA CRISI DI GOVERNO SEMBRA UN FILM DIRETTO DA VANZINA

Più che una crisi di governo sembra un film diretto da Vanzina. Breve riassunto della giornata: Conte si è tolto i macigni dalle scarpe attaccando a testa bassa Salvini: sembrava un ring più che il Senato. Nello stesso momento si è rivendicato, però, i 14 mesi di operato del governo gialloverde e i provvedimenti salviniani (i decreti sicurezza). Non una parola sul clima di odio e sulla criminalizzazione delle Ong, non un’autocritica. Andrà da Mattarella a dimettersi. A casa. Salvini ha fatto l’intervento più populista della storia del populismo. Tra l’altro, nel passaggio finale, dopo aver risposto colpo su colpo a Conte, ha persino riaperto ad un governo insieme al M5S. Patetico. Vuole andare al voto ma adesso il pallino non è più nelle sue mani. A decidere le sorti è, invece, il M5S. Per i grillini ha parlato Morra che è arrivato, in maniera neanche troppo velata, a dare del mafioso a Salvini. Pure qui, come per Conte, buongiorno Morra! Forse in questi 14 mesi l’avevano ibernato e non si era reso conto che col “barbaro” Salvini ci governava insieme, tra baci e abbracci. Per il Pd ha parlato il redivido Renzi. Sì, proprio lui, che incredibilmente in mezzo a questi nani è apparso un gigante. E’ l’artefice dell’operazione M5S/Pd. Si farà mai questo governo? Presieduto da chi? Di Maio è dubbioso – e vorrebbe tornare da Salvini – ma Grillo e Casaleggio vogliono intesa col Pd di Zingaretti che, nello stesso momento, fa il difficile e alza la posta in gioco. Di sicuro il M5S non vuole tornare al voto anche perché gli ultimi sondaggi lo danno poco sopra al 10% e farà di tutto per far continuare la legislatura. Staremo a vedere. Lo spettacolo al Senato, comunque, è stato farserco soprattutto se si ricordano storie e dichiarazioni rilasciate in passato da ogni attore in campo. La credibilità, quella sconosciuta. Vale tutto e il contrario di tutto.Sipario.