ZINGARETTI SI PREPARI: RENZI PUNTA AL CENTRODESTRA

ZINGARETTI SI PREPARI: RENZI PUNTA AL CENTRODESTRA

Questi giorni complicati perNicola Zingarettipossono aiutarlo a prenderedecisionidi lungo periodo. La prima (già presa) è quella diallungare la vitadelgoverno Conte bisportando a casa poche cose serie, fra cui i provvedimenti sulcuneo fiscale. Lebuste pagadevono diventare più pesanti. La seconda è più complessa. Zingaretti deve prendere atto cheMatteo Renzinon solo se ne è andatoma non è detto che resterà nel campo delcentrosinistra. La suascissioneha senso solo se colloca Renzi nelfronte moderato, cioè in unnuovo centrodestrain competizione conMatteo Salvini.Renzi, infatti, non si alleerà più con unPdche descriveràinfluenzato da comunistio ex comunisti. La sua linea generale ha solo questo ispirazione. Mai più con lasinistra, a meno che non sia fatta da “pentiti” (caso Bellanova) o da personaggi che portano, comeRiccardoNencini, a destra lanobile sigladelPsi. Non sto dicendo che Renzi è di destra, come non ho mai scritto che Salvini è fascista. Salvini è un uomo non presente a se stesso e la sua pericolosità è tutta qui. Renzi rischia di diventare un altro personaggio il cuiegoporterà aldisastroilsistema politico italiano. Renzi sogna il giorno in cui il termine “destra” possa essere sostituito da “moderati” e lui possa diventare ilpolo attrattivodi questo mondo. Da qui l’inevitabile incontro con queiberlusconianiche non vogliono andare con l’ineffabileGiovanni Toti. Ed è buffo vedere Toti e Renzi spartirsi questo elettorato che alla fine, beffandoli, se ne andrà con Salvini. Zingaretti senza Renzi deve fare una cosa che assomiglia a unnuovo partitoe deve cercare di capire se, nellamutazione dei 5 stelle, può realizzarsi anche un definitivo spostamento a sinistra di questa formazione. I 5 stelle diLuigi Di Maionon sonoaffidabili(anche se sono molto meglio dei 5 stelle diAlessandro Di Battista), ma il premierGiuseppe Conteha undisegnopolitico che potrebbe collocarlo, da moderato, sul versante di centrosinistra raggiungendo l’obiettivo che sia Renzi siaFrancesco Rutellihanno mancato. Zingaretti può far molto. Può innanzitutto rinnovare il suo partito con gente nuova. In secondo luogo non deve temere di apparire come forza di sinistra aperta ai moderati. NienteBernie Sanders, nienteJeremy Corbyn. Nelsocialismo italianoci sono tantimodelli, gli suggerireiRiccardo Lombardi.Zingaretti, infine, deve curare lapropria immaginevalorizzando la suaaria paciosa. La scena politica sarà dominata daesaltati(Renzi e Salvini, appunto) e gli italiani, che nulla hanno avuto dallarivoluzione grillina, da quella salviniana e da quella di Renzi, probabilmente apprezzeranno unleader calmo. Un leader calmo non è unleader immobile, soprattutto intellettualmente. La sfida di un nuovo partito e della stabilizzazione del rapporto con i 5 stelle richiede non solo unconfronto ineludibilecon il proprio popolo e con chi sta a sinistra, ma soprattutto con quel popolo che si vuole incontrare.Ci saranno colleghi giornalisti che criticheranno queste cose che sto scrivendo prendendo atto della realtà e correggendo mie idiosincrasie politiche. Sono quelli che hanno tifatoSilvio Berlusconifino all’attimo prima dellacaduta in disgrazia, che sono convinti che Salvini tornerà e quindi è meglio tenerselo buono, che le mancate elezioni e il Conte bis sono stati un male ma quando accadde conMario Montiscrivevano articolesse di incoraggiamento sul miticoCorsera. Questi sono iveri trasformisti. A Zingaretti direi: rispetta lastampa, ma fottitene. Un editoriale diRepubblica, dell’Huffington Poste dell’Espressonon ha mai, dicasi mai,spostato un voto.