ATTENZIONE A RITENERE TRUMP POPULISTA

Quelli che credono che Trump sia un populista facciano caso alle parole del suo ministro dell’agricoltura (tipico politico americano, milionario, democratico da giovane e poi passato ai repubblicani, ex militare e ex giocatore di football), rivolte ai piccoli e medi imprenditori che si lamentavano delle conseguenze della guerra commerciale contro la Cina: “In America chi è grosso diventa più grosso e i piccoli cadono”. Puro liberismo, ormai senza maschere: gli americani davvero sono convinti che l’unico scopo della vita sia il successo materiale e quello della società premiare i vincenti; e gli altri, peggio per loro, tanto sono solo dei falliti, anche se decine o centinaia di milioni. Giustamente la chiamano meritocrazia: che non ha niente a che vedere con il merito, che definisce in ogni campo e attività umana chi si impegni e dia il meglio di sé; mentre la meritocrazia, come dice il nome, è la procedura attraverso cui lo specifico merito di servire bene il sistema nel modo prescritto del sistema stesso viene compensato con il potere; e chi non si adegua non ha diritto a nulla.Peggio per gli americani, direi, se non fosse che questa ideologia sta contaminando il pianeta e in particolare l’Italia. La cui forza e bellezza è storicamente consistita nell’estrema frammentazione, territoriale, politica ed economica; ma il partito del 24/7 (negozi sempre aperti) e dei megacentri commerciali, di Uber e Ikea (si spende meno, come se l’unico diritto e inalienabile fosse il consumismo), dell’omogeneizzazione e dell’appiattimento sul presente, sta rapidamente trasformandoci a immagine e somiglianza degli Stati Uniti, peraltro esplicito modello dei renziani come dei salviniani come dei berlusconiani – non solo di Renzi, Salvini e Berlusconi, proprio dei tanti che li votano o li hanno votati. Non è un caso del resto che il più entusiasta paladino di un campionato europeo riservato ai club più ricchi non sia il presidente, chessò, del Barcellona o del Bayern o del Liverpool bensì quello della Juventus, Andrea Agnelli, che guarda caso è pure amministratore di una holding finanziaria miliardaria e con sede in Olanda per pagare meno tasse, come del resto la Fiat e Mediaset): anche per lui è giusto che chi è grosso diventi più grosso e che i piccoli pieghino la testa e si rassegnino.Contro l’arroganza ormai senza controllo di chi ha troppo e vuole di più anche se il prezzo è la distruzione dell’ambiente, delle comunità, del tessuto sociale, serve una vera sinistra nazionale e popolare (la destra, anche quella sociale, è elitista per definizione). Riuscirà il M5S a diventarlo dopo aver perso (ma sarebbe meglio liberarsene) le sue correnti cattogrilline, liberal e leghiste?