CERCARE DI CAPIRE: I CURDI, UN POPOLO SENZA STATO

CERCARE DI CAPIRE: I CURDI, UN POPOLO SENZA STATO

Sono più di quanto l’onore delle cronache di guerra possa farci immaginare i popoli senza Terra, ma i Curdi costituiscono la più grande popolazione al mondo senza uno Stato, 40 milioni di persone divise tra Iran, Iraq, Siria, Turchia e Armenia. Il gruppo più numeroso si trova in Turchia dove costituisce circa un quarto della popolazione. Sono invece oltre un milione e mezzo i curdi della diaspora che vivono in Europa e in Nord America. Nella vasta area che va dalle piane della Mesopotamia agli altopiani dell’Anatolia, dalle sorgenti del Tigri e dell’Eufrate alla vetta del monte Ararat, lì si trova il Kurdistan, la terra dei curdi. Un territorio che di fatto non ha legittimità, non è riconosciuto da nessun organismo internazionale. Una regione dimenticata che è tornata di attualità con la guerra in Siria. Solo il Kurdistan iracheno, che è una regione federale dell’Iraq, ha una certa autonomia, dopo la fine del regime di Saddam Hussein nel 2003. Il Kurdistan siriano invece (conosciuto come Rojava, interessato alla guerra oggi) con l’inizio della guerra civile siriana ha acquisito di fatto autonomia politica, anche se non è ufficialmente riconosciuta come regione autonoma all’interno della Siria. Pensare che del regno del Kurdistan scriveva già Marco Polo nel suo viaggio verso oriente. Allora era uno Stato.Poi questa terra ha subito invasioni, scorribande e rapine fin dal Medioevo, contesa per le sue bellezze naturali dai persiani e dagli ottomani, sacrificata con accordi e trattati nel Novecento e quindi smembrata per controllare i ricchi giacimenti petroliferi dall’Occidente ricco. Inoltre nel cuore del Kurdistan si trovano le sorgenti dei principali fiumi del Medio Oriente. Risorse importanti come il carbone, il rame, il ferro, gas naturali e altri minerali. La regione del Kurdistan è grande 550.000 chilometri quadrati. Le origini indoeuropeeIl popolo curdo è di origine indoeuropea, la sua storia inizia nel 612 a.C. con la distruzione di Ninive da parte dei Medi. Gli studi etno-antropologici e linguistici condotti sino ad oggi ci dicono che è un popolo risultante dalla fusione tra le popolazioni indigene del Kurdistan e di diverse tribù indoeuropee che, in migrazioni successive si spinsero fino ai territori dell’Alta Mesopotamia, provenienti dalle steppe intorno al Mar Caspio e dagli altopiani afghano e iraniano. La storia antica e moderna dei curdi è quindi un susseguirsi di guerre e di conquiste: hanno combattuto contro gli eserciti assiri, sono stati dominati dai persiani per due secoli, sono stati in guerra con i greci, arrivati nella regione con Alessandro il macedone. Il Kurdistan è rimasto sotto il dominio dei romani dal primo secolo d.C. fino alla conquista dell’Islam nel 637; poi è stato invaso dai mongoli e dai tartari, dai persiani e dagli ottomani che sono rimasti fino alla prima guerra mondiale. Da allora, purtroppo, tradimenti, mancati riconoscimenti, calcoli politici hanno portato alla situazione di oggi, quella di un POPOLO SENZA STATO.È dopo la fine della prima guerra mondiale che si avvia la questione curda moderna in seguito ad accordi tra le nazioni europee, che consideravano roba da usare le terre afroasiatiche a beneficio dell’occidente. La questione curdaIl Trattato di Sèvres (vicino Parigi) del 10 agosto 1920 è l’unico documento giuridico-politico internazionale che prevede la creazione di uno STATO CURDO INDIPENDENTE. Cinque commissioni nominate dalla conferenza di pace di Versailles, tra i Paesi coinvolti nella Prima guerra mondiale, erano state incaricate di scrivere il trattato.Ebbene, Il Trattato di Sèvres non fu mai ratificato dai Paesi partecipanti, a parte l’Italia. C’ erano ancora contrasti tra la Gran Bretagna e gli altri alleati. Occorre poi citare inoltre un accordo segreto, quello di Sykes-Picot del 1916, che definiva la spartizione delle zone mediorientali tra gli Alleati in caso di sconfitta dell’Impero ottomano. Si può affermare che la lotta tra i singoli Stati per difendere gli interessi individuali fece sì che il Trattato di Sèvres fosse annullato. Anche l’assemblea nazionale turca e il governo di Mustafa Kemal rifiutarono di ratificarlo. Nel 1922 la Turchia era libera dalle forze straniere e il primo ottobre di quello stesso anno fu annullato il sistema del sultanato.Nel 1923 gli alleati firmarono il trattato di Losanna, che sostituì in pratica quello di Sèvres e quindi cancellò il Kurdistan dalla carta geografica della regione e così la questione curda limitandosi a sollecitare la Turchia, il Paese appunto con la comunità dei curdi più numerosa, al rispetto dei diritti culturali e religiosi delle minoranze. Da allora le varie comunità curde, in ognuno degli Stati in cui sono divise, reclamano la propria indipendenza o almeno un’autonomia.Quindi, ancora una volta, è grande la responsabilità delle potenze occidentali nel decidere le sorti di altri. La guerra in Siria, il conflitto in Turchia, l’IsisIn Turchia, nel sud-est del Paese in particolare e cioè nelle zone a maggioranza curda, si combatte dal 1984 una guerra silenziosa o che comunque non ha risonanza mediatica in occidente tra il governo centrale di Ankara e il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan fondato da Abdullah Öcalan. Il Pkk è ancora oggi ingiustamente considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea. In Europa ci sono state diverse proposte per rimuovere il Partito dei lavoratori curdi da quella lista. Ma l’influenza USA e Turca non ha ancora consentito all’Europa di prendere una posizione autonoma. Öcalan, il leader del Pkk, si trova nell’isola-carcere di Imrali dal 1999 ( ricordiamo tutti la questione del suo rimpatrio dall’Italia autorizzato da D’Alema, che rifiutò l’asilo politico con la promessa che non fosse giustiziato) e nel 2013, in concomitanza con il cessate il fuoco, ha avviato con il governo turco di Erdogan i negoziati di pace. I negoziati si sono interrotti nel 2015 con la ripresa dei bombardamenti dell’esercito turco sulle postazioni del Pkk in nord Iraq. La situazione non è certo migliore nei centri abitati del Kurdistan turco e nei villaggi al confine con la Siria: il governo di Ankara dallo scorso anno ha avviato delle operazioni per “stanare” i guerriglieri del Pkk che però hanno provocato, oltre ai centri abitati distrutti, anche numerose vittime tra i civili, soprattutto anziani, donne e bambini.Va ricordato, a ulteriore conferma di una situazione davvero intricata, che i guerriglieri del Pkk (le unità di difesa maschili HPG e quelle femminili YJA-STAR) hanno combattuto vincenti e ancora combattono l’Isis, lo Stato islamico, in Iraq e in Siria fianco a fianco con i peshmerga e l’YPG dei curdi siriani. La Turchia inoltre è stata usata come base di transito per molti jihadisti stranieri che volevano unirsi all’Isis in Siria. E qui Erdogan ha lasciato fare I successi militari dei curdi siriani contro l’autoproclamato Stato islamico hanno permesso, dopo la conquista della città di Kobane, la creazione di una zona autonoma non riconosciuta dalla comunità internazionale: il Rojava (Kurdistan siriano), che comprende i cantoni di Afrin, Jazira e Kobane. Ispirato ai principi del Confederalismo democratico, che fanno proprie alcune riflessioni di Immanuel Wallerstein e Fernand Braudel, questo esperimento politico si avvicina al municipalismo libertario di Murray Bookchin, il padre dell’ecologia sociale scomparso nel 2006. Insomma è una specie di terza via dei curdi siriani basata sul multiculturalismo in cui l’ecologia e il femminismo sono pilastri centrali. Ma uno Stato federale curdo-siriano alle porte della Turchia certo non è ben visto dal presidente turco Erdogan che è un efferrato dittatore, altro che multiculturalismo! La partita che oggi si sta giocando in Medio Oriente, sulla pelle delle popolazioni che lì storicamente si sono insediate, è figlia degli accordi, delle rivendicazioni, dei protettorati creatisi dopo la fine della prima guerra mondiale, pilotati dai poteri europei. Fonti“Communist Party of Kurdistan” J. Finch 2012Limes : Il Rojava nei secoli Settembre 2018Porta d’Oriente- di Erik J. Zürcher (Autore), A. Piccoli (Traduttore), S. Micheli – e-book