IL DISASTRO AMBIENTALE COLPA DEL CAPITALISMO E DELLE MULTINAZIONALI

Il disastro ambientale è prima di tutto colpa del capitalismo e delle grandi multinazionali. Ecco i principali nomi di quelle che riempiono il mondo di plastica usa e getta. Il capitalismo senza regole ha prodotto la drammatica crisi ambientale che stiamo vivendo, ma ora la responsabilità subdolamente viene scaricata, oltre che sulla politica, la cui colpa fondamentale è di essere stata troppo succube alle logiche del profitto a tutti i costi, anche sul cittadino apertamente accusato di inquinare.Risulta perciò interessante, leggere su ‘il manifesto’, una ricerca mondiale compiuta da più di 70000 volontari con circa 500 iniziative di pulizia dai rifiuti.Il maggior numero di rifiuti usa e getta appartengono a Coca-Cola, seguiti nell’ordine da Nestlé, PepsiCo, Mondelez International, Unilever, Mars, P&G, Colgate-Palmolive, Phillip Morris e Perfetti Van Melle. In Italia, Greenpeace ha condotto nove attività di pulizia e catalogazione dei rifiuti in plastica e tra i marchi più frequenti ci sono Coca Cola, San Benedetto, Nestlé e Ferrero. La vera alternativa alla plastica che invade il mondo e lo soffoca non è l’imballaggio di carta o di bioplastica, che presenta altri problemi nell’uso delle risorse limitate del nostro pianeta, ma un sistema di consegna dei prodotti che escluda il monouso. Questa politica nuova è possibile e richiesta a gran voce dai cittadini e dai giovani, ma quanto dovremo aspettare prima che si affermi globalmente un nuovo modo di produrre e di consumare?Sulle questioni ambientali vale davvero la massima di Keynes, coniata ironicamente per l’economia, che sostenne che “nel lungo periodo saremo tutti morti”.Anziché incolpare genericamente i cittadini, invitandoli a inquinare di meno, come fanno oggi certe campagne pubblicitarie, è tempo di gettare via lo strapotere delle multinazionali e il loro devastante impatto sulla natura.