LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA RIBELLI E RIVOLUZIONARI

LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA RIBELLI E RIVOLUZIONARI

C’è una differenza sostanziale fra ribelli e rivoluzionari. I ribelli sono i peggiori fra i conservatori. Sono quelli alla Salvini, Renzi, Sgarbi, come i radicali. Quelli che contestano il sistema, l’establishment, per rafforzarlo. Contestano sempre – con forza ridicolmente sproporzionata – questioni del tutto laterali rispetto agli interessi dei potenti: diritti individuali, difesa della famiglia tradizionale, teatrini di ONG e immigrati; salvo trovarsi sempre dalla parte dei potenti sulle questioni vere: lavoro, equità, diritti sociali, giustizia, difesa della costituzione. Hanno la funzione dei giullari di corte: aizzano risse fra i più deboli per difendere i più forti. La loro specialità sono le guerre fra poveri, la Lega ad esempio, poveri italiani contro poveri immigrati, per difendere con la flat tax il portafoglio dei ricchi. O Renzi, zizzania fra laboratori anziani e giovani, e poi licenziamenti facili e precarizzazione per tutti, plaude l’establishment economico. Per non dire dei radicali, lotte per tutti i più individuali dei diritti, e poi liberismo selvaggio per i lavoratori, partito prediletto dagli AD. Sono i peggiori fra i conservatori. Quei ribelli, finti rivoluzionari, che servono i potenti e, parafrasando Gaber “nel farsi comandare hanno trovato la loro libertà”.